Il mondo FQ

Peste, uno studio scagiona i topi e “scopre” i veri colpevoli delle epidemie

Durante le epidemie di peste che hanno colpito il mondo tra il 1300 e il 1800 a diffondere la morte nera non sono stati i parassiti infetti che colonizzavano i topi, come si è sempre creduto, ma quelli umani come pulci e pidocchi. È questa la conclusione di uno studio coordinato dall’università di Oslo e pubblicato dalla rivista Pnas
Peste, uno studio scagiona i topi e “scopre” i veri colpevoli delle epidemie
Icona dei commenti Commenti

Non fu colpa loro. Durante le epidemie di peste che hanno colpito il mondo tra il 1300 e il 1800 a diffondere la morte nera non sono stati i parassiti infetti che colonizzavano i topi, come si è sempre creduto, ma quelli umani come pulci e pidocchi. È questa la conclusione di uno studio coordinato dall’università di Oslo e pubblicato dalla rivista Pnas.

A far puntare il dito contro i parassiti dei topi, spiegano gli autori, è stata l’osservazione del loro ruolo nelle epidemie a partire dall’800 fino ai giorni nostri. Quelle più ‘antiche’ però hanno caratteristiche diverse: la malattia si è diffusa più rapidamente e non ci sono report di ritrovamenti di grandi quantità di topi morti, che invece caratterizzano le epidemie ‘moderne’. Un’altra ipotesi è quindi che il batterio yersinia pestis si sia trasmesso attraverso i parassiti umani.

Per verificare quella più plausibile i ricercatori hanno elaborato tre modelli matematici riferiti all’epidemia di ‘Morte Nera’ del 1300, che ha fatto decine di milioni di morti, in cui i responsabili erano in un caso i parassiti dei roditori, in un altro quelli umani e nel terzo una diffusione aerea. Applicando i modelli ai dati sulla mortalità di nove città europee è emerso che in sette casi era proprio quello che coinvolgeva i parassiti umani a descrivere meglio l’andamento dell’epidemia. “La peste di fatto ha trasformato la storia umana – afferma Katharine Dean, uno degli autori, al sito del National Geographic-, quindi è importante capire come si è diffusa e perché lo ha fatto così velocemente”.

L’abstract dello studio su Pnas

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione