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Hawaii, falso allarme per un missile in arrivo: 38 minuti di panico, poi le autorità si scusano. “Testo partito per sbaglio”

Le autorità hanno diffuso per errore a tutta la popolazione il messaggio dall'allerta. Dirette tv interrotte e centinaia di messaggi sui social: "Se stai dormendo svegliati e chiamaci immediatamente". Ma gli sms erano partiti per sbaglio. Le scuse del governatore: "Perdonateci per la sofferenza e la confusione"
Hawaii, falso allarme per un missile in arrivo: 38 minuti di panico, poi le autorità si scusano. “Testo partito per sbaglio”
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“Tesoro mettiti al riparo, ti amo”. “Se stai dormendo svegliati e chiamaci immediatamente”. E poi le dirette tv interrotte, compreso il match Tottenham-Everton: schermo blu e scritta in sovraimpressione che annuncia l’arrivo del razzo. La fuga e la paura. Il panico alle Hawaii è durato 38 minuti. “Un missile balistico si sta dirigendo verso le Hawaii, mettersi immediatamente al riparo. Questa non è un’esercitazione”, è questo il testo dell’sms che la popolazione dell’arcipelago del Pacifico, da sempre nel mirino del dittatore nordcoreano Kim Jong-un, si è vista inviare via sms dalle autorità statali.

Un clamoroso errore, un testo partito per sbaglio. Il falso allarme ha tenuto con il fiato sospeso le isole del Pacifico, da Honululu a Hilo, fino a quando le stesse autorità dalle quali era stata diffusa l’allerta hanno ammesso l’errore: “Nessuno sta bombardando le Hawaii”. Il governatore David Ige si è scusato con la popolazione per “la sofferenza e la confusione” provocati. Ma oramai la frittata era fatta e ora i responsabili di quanto accaduto ne dovranno rispondere.

L’episodio è comunque una spia della tensione che si vive alle Hawaii a causa della minaccia nucleare della Corea del Nord, il cui regime ha assicurato di aver sperimentato con successo missili balistici in grado di colpire ovunque negli Stati Uniti, in particolare gli stati Usa del Pacifico. Non a caso da tempo nelle isole dell’arcipelago si svolgono esercitazioni regolari che coinvolgono tutti gli abitanti e tutte le strutture pubbliche private, dalle scuole agli uffici ai grandi centri commerciali.

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