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Cremona, “il violino monumento suona sempre gli stessi brani”. La protesta di residenti, commercianti e tassisti

L'“Anima della città”, così è stata chiamata l'opera realizzata dall'architetto Giorgio Palù, da qualche giorno è muta. È ai box “per eccesso di lavoro”, spiega a ilfattoquotidiano.it con un pizzico di ironia Gerardo Paloschi, direttore generale di LineaCom, l'azienda che gestisce la scultura e che da remoto riceve i dati sui passaggi e li raccoglie in un database
Cremona, “il violino monumento suona sempre gli stessi brani”. La protesta di residenti, commercianti e tassisti
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Il 2017 a Cremona è stato l’anno delle Monteverdiane, i 450 anni dalla nascita del celebre compositore del Cinquecento che nacque sotto il Torrazzo. E le sue musiche hanno risuonato un po’ ovunque, in città. Pure attorno al maxi-violino in acciaio, alto otto metri, collocato poco più di un anno fa nel piazzale della stazione ferroviaria. Forse lì hanno risuonato troppo, però. E a volume eccessivamente alto. Soprattutto quell’“Overture” dell’Orfeo: “Bella, per carità. Niente da dire. Ma quando la senti 1489 volte al giorno anche la tromba barocca diventa un incubo”, sostiene un cittadino che abita nei dintorni dell’opera-strumento.

Residenti, commercianti e anche tassisti lamentano la ripetitività dei brani e il tipo di amplificazione. L’“Anima della città”, così è stata chiamata l’opera realizzata dall’architetto Giorgio Palù, da qualche giorno è muta. È ai box “per eccesso di lavoro”, spiega a ilfattoquotidiano.it con un pizzico di ironia Gerardo Paloschi, direttore generale di LineaCom, l’azienda che gestisce la scultura e che da remoto riceve i dati sui passaggi e li raccoglie in un database. Si tratta del primo tagliando da quando nell’ottobre del 2016 il violino è stato installato. “Una riparazione resa necessaria da un utilizzo decisamente maggiore di quello preventivato”, dice Paloschi. Il violino tornerà in funzione lunedì, con un ventaglio di brani più ampio. Ma suonerà a volume ridotto. Per la soddisfazione chi vi abita attorno. In 14 mesi l’installazione – un concentrato di musica, arte e tecnologia capace di sfruttare le potenzialità offerte dall’internet delle cose – ha diffuso 133mila brani per un totale di 4356 ore di musica. Il monumento interattivo è programmato perché i brani vengano riprodotti tutti i giorni per 12 ore al giorno, dalle 8 alle 20. Il violino inizia a suonare quando ti avvicini. La playlist parte quando i sensori rilevano la presenza, nel raggio di due-tre metri, di qualcuno. Una volta che la persona non c’è più, il brano va avanti ancora una decina di secondi per poi interrompersi. Sul sito www.lanimadellacitta.it è possibile visualizzare, tramite il QR code, la storia dell’opera e i dettagli tecnici, ed è possibile effettuare il download delle immagini.

Il violino era già finito al centro delle polemiche all’epoca della sua posa. La Lega Nord, in un’interrogazione alla giunta di centrosinistra, aveva lamentato la mancata convocazione di una commissione ad hoc per discuterne la collocazione. “Basta amministrare per poter fare quello che si vuole senza interpellare gli organi preposti?”, chiedeva il segretario cittadino Pietro Burgazzi. “La stazione dei treni è stata oggetto di restyling a seguito di un concorso di idee approvato con deliberazione di giunta e che ha ottenuto tutti i necessari nulla osta. Il restyling attuato circa un decennio fa non prevedeva la posa di alcun monumento in quella posizione”. L’interrogazione non ebbe seguito, e la struttura venne così posizionata dove ancora la troviamo oggi. Sono le polemiche a non aver smesso di vibrare.

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