Il Presidente della Repubblica da pochi giorni ha sciolto le Camere e fissato al 4 marzo la data delle elezioni politiche che, speriamo, ci portino un governo finalmente scelto dai cittadini. Il “salvataggio” del sistema sanitario nazionale deve essere una priorità per il nuovo ministro delegato al Welfare. Ho sempre creduto che lo Stato centralizzato, alimentato dalle tasse dei cittadini, debba salvaguardarlo.

In questi giorni di festa ho assistito ad un principio di incendio nell’appartamento di una mia cara amica. Sono intervenuti i vigili del fuoco, ambulanze, vigili urbani e protezione civile per mettere in sicurezza cittadini di fronte ad un pericolo. In poche ore ci sono riusciti facendo diagnosi e terapia immediata. Tutto a carico di un sistema che si alimenta da solo, senza privati che possano deviarlo. In sanità, per avere salute, occorre difendere il sistema che permetta a chiunque si trovi in emergenza di salute, o in malattia, di poter avere una diagnosi ed una terapia a carico della comunità. Da tempo questo sistema è minato. I privati, senza controllo, se ne stanno appropriando di pari passo con la riduzione di prestazioni gratuite e l’aumento della compartecipazione dei cittadini con i ticket. Un sistema che traballa, come ci indica il rapporto Gimbe 2017, per cui occorre porre la sanità al centro dell’agenda politica per aumentare la sosteniblità del sistema sanitario nazionale nei prossimi anni.

Come ovviare? Come dico da tempo occorre controllare per spendere meno e distribuire meglio le risorse. In tal senso resta ancora emblematico il caso Avastin-Lucentis: per un farmaco spendiamo dal 2009 circa un milione di euro al giorno che potremmo risparmiare avendo uguale sicurezza come dice l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Inoltre occorre recuperare il rapporto prolungato fra medici di base e pazienti che può fare la differenza, pur rimanendo fondamentali la medicina d’emergenza e quella specialistica, come ci illustra un articolo su Internazionale di Atul Gawande, chirurgo statunitense professore alla Harvard medical school di Boston. Secondo Gawande più di un quarto degli statunitensi e degli europei che muoiono prima dei 75 anni vivrebbero di più se ricevessero cure mediche appropriate.

Lascio questi due semplici suggerimenti al prossimo anno ed al prossimo ministro eletto. Buona salute a tutti.

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