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Sicilia, De Luca dai domiciliari all’elezione a capogruppo del Misto. Ma è ancora indagato per evasione fiscale

Il deputato, arrestato nelle scorse settimane per evasione fiscale e poi scarcerato, era stato eletto a Palazzo dei Normanni con l'Udc. Poi qualche giorno fa aveva ufficializzato l’addio. Nel frattempo è stato assolto e prescritto (grazie alla legge Severino) dal tribunale di Messina
Sicilia, De Luca dai domiciliari all’elezione a capogruppo del Misto. Ma è ancora indagato per evasione fiscale
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Cateno De Luca è il nuovo capogruppo del gruppo Misto all’Assemblea regionale siciliana. Il deputato, arrestato nelle scorse settimane per evasione fiscale e poi scarcerato, era stato eletto a Palazzo dei Normanni tra le fila dell’Udc. Poi qualche giorno fa aveva ufficializzato l’addio al suo partito per approdare al Misto. Un’abbandono condito dalle accuse. “Non condivido la logica dei pupi e dei pupari. Ora, senza legami con i partiti, sarà più semplice fare la campagna elettorale per sindaco di Messina privo da condizionamenti“, aveva detto quello che è diventato il simbolo dell’Assemblea regionale sotto inchiesta.

Finito agli arresti domiciliari per evasione fiscale due giorni dopo le elezioni, se li era visti revocare dopo 15 giorni. Nel frattempo è stato è stato assolto e prescritto (grazie alla legge Severino) dal tribunale di Messina dalle accuse di tentata concussione, abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. Oggi l’elezione a presidente del gruppo Misto : una carica che porta nelle sue tasche mille euro in più al mese oltre al normale stipendio da deputato regionale.

A votarlo due dei cinque componenti del gruppo. Edy Tamajo e Nicola D’Agostino non hanno votato annunciando l’intenzione di costituire il gruppo di Sicilia Futura, il partito che li ha eletti. Claudio Fava, invece, aveva proposto la sua candidatura come “funzione di garanzia”. Proposta respinta, perché il quarto componente del gruppo ha votato per De Luca: si tratta di Tony Rizzotto, primo deputato eletto dalla Lega Nord in Sicilia. È a sua volta indagato per appropriazione indebita aggravata ai danni dei dipendenti dell’Isfordd, l’istituto di formazione per disagiati e disadattati sociali, che fino a luglio era presieduto proprio da Rizzotto, che era anche il legale rappresentante.

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