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L’Italia potrà vendere i suoi monumenti a Stati esteri. È il bello della mondializzazione

L’Italia potrà vendere i suoi monumenti a Stati esteri. È il bello della mondializzazione
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È il bello della mondializzazione. Tutto senza confini, tutto senza limiti, tutto disponibile senza restrizioni: a patto, naturalmente, che si abbia l’equivalente monetario per poterlo acquistare. Tanta libertà hai quanta puoi acquistarne: questo il motto del mondialismo capitalistico sconfinato e sconfinante. Mondialismo che umilia e offende la ragione umana, perché tratta con la stessa ragion finanziaria le banche e gli ospedali, le scuole e la borsa. Aziendalizza integralmente il mondo della vita, impadronendosene senza riserve: banche del seme, uteri in affitto e mille altre nefandezze dello stesso calibro, che rivelano l’ormai avvenuta mercificazione integrale delle esistenze e delle menti, dei corpi e dei cuori.

Ed ecco che ora uno Stato estero potrà acquistare immobili del Demanio statale: potrà comprare anche quelli appartenenti alla Difesa! Avete letto bene. Lo prevede un emendamento alla manovra per il 2018 presentato dal governo in Commissione Bilancio. Viene spudoratamente introdotta la disciplina “di vendita a uno Stato estero di un cespite appartenente al demanio dello Stato italiano” (sic!). Il gelido lessico burocratico è chiaro. La norma interviene sui programmi di dismissioni immobiliari da realizzare per il tramite di cartolarizzazioni di fondi immobiliari o di cessioni dirette, secondo quanto già lanciato con la Finanziaria 2005.

La famigerata scena di Totò che vende la fontana di Trevi potrà ora diventare realtà: farebbe ridere, certo, se non facesse piangere. Ecco gli effetti della privatizzazione criminale, della liberalizzazione selvaggia e delle famigerate sfide della globalizzazione. Intanto, per i pecoroni cosmopoliti e lobotomizzati, manipolati dalle omelie televisive e dal discorso del capitalista (e dei suoi mandarini a guinzaglio più o meno corto), il problema sono l’onda nera e l’onda rossa, il fascismo e il comunismo. La distrazione di massa e la distorsione prospettica degli sguardi procedono con successo.

Intanto, lo sappiamo, il Parlamento l’hanno già venduto da tempo: almeno dal 2011. L’hanno venduto a potenze straniere, che ora hanno messo a comandare l’Italia figure che hanno l’obiettivo non già di tutelare l’interesse nazionale in Europa e nel mondo, ma di assicurare l’interesse dell’apolide capitale liquido-finzanziario transnazionale in Italia. Il piano inclinato è cominciato. Sappiatelo.

Aggiornamento delle ore 18,00

Quando ho scritto questo testo, la proposta non era ancora stata stralciata. Il fatto che sia stata respinta al mittente, non deve indurre a minimizzare l’accaduto. La storia ci insegna che un pezzo alla volta, con solerte continuità, i signori del mondialismo ottengono ciò che vogliono. Se non al primo colpo, al secondo. A noi sta saperlo e agire di conseguenza.

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