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Arabia Saudita, dopo 35 anni riaprono i cinema. “Spartiacque per l’economia culturale del regno”

La Commissione generale per i media audiovisivi ha già avviato il processo di rilascio delle licenze. Le sale sono state chiuse negli anni Ottanta. La svolta nell'ambito del programma di riforme avviato dal principe ereditario, Mohammed Bin Salman. Ma per il gran mufti spettacoli e concerti sono "fonte di depravazione"
Arabia Saudita, dopo 35 anni riaprono i cinema. “Spartiacque per l’economia culturale del regno”
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Nell’ambito del programma di riforme avviato dal principe ereditario, Mohammed Bin Salman, arriva un altro segnale di apertura per l’Arabia Saudita: dopo 35 anni tornano i cinema. Ad annunciare la caduta del divieto è stato il ministro della Cultura e dell’Informazione del regno del Golfo, Awwad bin Saleh Alawwad, secondo cui “questo segna un momento spartiacque nello sviluppo dell’economia culturale nel regno. La Commissione generale per i media audiovisivi ha già avviato il processo di rilascio delle licenze per i cinema”. “Ci aspettiamo – ha concluso il ministro, citato da al-Arabiya – che i primi cinema possano aprire a marzo del prossimo anno”.

I cinema nel regno saudita vennero chiusi negli anni Ottanta, quando Riad impose al Paese una linea ultraconservatrice che, ora, il principe ereditario Mohammed bin Salman sembra intenzionato ad alleggerire con ‘Vision 2030‘, programma di riforme che sta però incontrando l’opposizione degli ultraconservatori. Secondo i quali le svolte sociali promosse dal governo, prima tra tutte la possibilità per le donne di guidare e di entrare negli stadi dal prossimo anno, sono una minaccia per l’identità culturale e religiosa. Nei mesi scorsi infatti la massima autorità religiosa del Paese, il gran mufti Sheikh Abdul Aziz al-Sheikh, ha sostenuto che la musica, i concerti, i film e le sale cinematografiche sono fonte di “depravazione” e, se tollerate, potrebbe diventare elementi di corruzione per gli abitanti del regno.

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