È bene che si sappia. È d’uopo che si prenda coscienza di come la libertà di pensiero e di informazione non sia gradita agli architetti del mondialismo competitivista e “deregolamentatore“. Quest’ultimo, in nome del vangelo liberal-libertario, “liberamente” decide chi ha diritto d’esistere e chi no. Nella fattispecie, non ha diritto di esistenza chiunque non sia allineato con l’ortodossia del pensiero unico planetarizzato glorificante i rapporti asimmetrici del classismo alienante chiamato capitalismo e con la catechesi propalata a tambur battente dal ceto intellettuale ortopedizzante i dominanti in vista del loro quieto e rassegnato adattamento alla servitù cui sono condannati.
Ed è così che ora Intelligonews chiude: a casa e senza tutele tutti i lavoratori. La “libertà” liberal-libertaria ha trionfato. Lo dico senza perifrasi e infingimenti: per quattro anni e mezzo Intelligonews è stata una testata libera e indipendente nel mondo dell’informazione digitale. Un lavoro svolto da una dozzina di persone, tra redattori e collaboratori.
Ha pubblicamente scritto Lazzaro Pappagallo, Segretario “Associazione Stampa Romana”: “Il vantaggio e il ritorno economico è stato tutto appannaggio dell’editore, l’onorevole Gianfranco Librandi, ex Scelta civica (Tci-Satelios TV Srl). Era vincente, un prodotto editoriale plurale ed aperto, con opinionisti scelti con criterio giornalistico senza consultare il manuale Cencelli dell’opportunità partitica. Librandi alla fine di ottobre ha comunicato alla redazione la fine dei giochi. Gli accessi si sarebbero ridotti, ma non al punto tale da giustificare una repentina chiusura. (…) Forse ha inciso di più la collocazione di Librandi all’interno del partito democratico. Forse Librandi con una nuova ‘divisa’ non si è sentito di assicurare la precedente linea editoriale. Stampa Romana chiede un incontro immediato con l’onorevole Librandi per individuare percorsi alternativi alla chiusura e assisterà i colleghi nella rivendicazione dei loro diritti”.
V’è di che meditare. Al di là dell’interminabile dibattito sulle fake news, sarebbe bene che si ragionasse anche su episodi come questi. Emblematici dei pericoli che incombono sul mondo dell’informazione libera.
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