Se la spesa pubblica totale si è fermata nel 2016 a 830 miliardi, “solo” quattro in più rispetto al 2014, è perché tra 2014 e 2016 gli interessi sul debito sono calati da 74 a 66 miliardi, molto meno di quanto stimato nei documenti di bilancio. Nel 2017 sono previsti stabili a quota 66: addirittura 43 miliardi in meno rispetto a quanto previsto dal governo Monti nel 2013. Un “bonus” per il quale bisogna ringraziare Mario Draghi: grazie agli acquisti di titoli di Stato da parte della Bce, i tassi offerti dai Btp decennali sono scesi dal 3% del 2014 all’1,4% del 2016. Quello spazio di manovra, però, non è stato utilizzato per investire di più, come era stato promesso anche alla Commissione Ue in cambio di flessibilità sulla riduzione del deficit. Al contrario, gli investimenti fissi lordi nel 2016 si sono fermati a quota 35 miliardi, il minimo storico. Un ulteriore calo rispetto ai 38 miliardi del 2013 e ai 37 del 2014 e 2015. Nel frattempo, rivendica Padoan, il pil è ripartito. Ma “questo dipende dalla ripresa della Ue nel suo complesso”, ribatte Cottarelli. “Non credo saremmo cresciuti molto meno se avessimo fatto l’aggiustamento”.
Economia
Conti pubblici, dal 2014 sono peggiorati: ‘Obiettivi rivisti al ribasso ogni 6 mesi. Governi pensano al tornaconto elettorale’
AVANTICapitoli
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1.Conti pubblici, dal 2014 sono peggiorati: ‘Obiettivi rivisti al ribasso ogni 6 mesi. Governi pensano al tornaconto elettorale’
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2.Sul debito previsioni sbagliate di 13 punti
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3.Spesa corrente senza freni
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4.Giù gli interessi grazie alla Bce. A picco gli investimenti
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5.L'ipoteca delle urne sul risanamento
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6.Il rinvio del pareggio e il conto del regalo alle banche
Giù gli interessi grazie alla Bce. A picco gli investimenti - 4/6

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- 13:47 - L'oncologo Ascierto: "Aumentano casi melanoma, lampade abbronzanti come fumo"
Roma, 13 feb. (Adnkronos Salute) - "Il melanoma è un tumore cresciuto tantissimo di incidenza negli ultimi anni: da 7mila casi nel 2007 siamo arrivati quasi a 17mila, da una proiezione fatta nel 2024, che speriamo non sia reale. Purtroppo da malattia degli anziani è diventata malattia dei giovani: il picco di incidenza adesso è 40 anni mentre prima era 60, ed è la prima causa di morte oncologica nella fascia 20-30 anni. Quindi facciamo attenzione ai nostri stili di vita, alle scottature solari e alle lampade abbronzanti che sono come il fumo di sigarette. Da chi fa lampade abbronzanti arriva un messaggio molto sbagliato". Così Paolo Ascierto, presidente della Fondazione Melanoma e direttore dell'Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia oncologica e Terapie innovative dell'Istituto Pascale di Napoli, che intervenendo questa mattina al talk 'La prevenzione in dieci note' - organizzato presso Casa Sanremo dal ministero della Salute in collaborazione con la Rai e la Direzione artistica del Festival - ha lanciato un monito al direttore artistico e conduttore della 75esima edizione della kermesse, Carlo Conti, famoso per la sua perenne abbronzatura.
"Anche solo una lampada abbronzante aumenta il rischio di melanoma del 75% - ha spiegato Ascierto - Le lampade abbronzanti vanno trattate come il fumo di sigaretta. In Italia c'è una legge che fortunatamente impedisce ai minori di sottoporsi a questa pratica, però non è che a 18 anni e un giorno il rischio si abbassa". E sulla ricerca: "Ha fatto passi importanti - ha ricordato - Nel 1981 Bob Marley muore a causa di un melanoma metastatico. Nel 2017 Jimmy Carter, l'ex presidente Usa morto poche settimane fa all'età di 100 anni, aveva un melanoma con metastasi cerebrali. E' stato curato con l'immunoterapia ed è, diciamo, stato bene fino a qualche settimana fa con le remissioni complete. Ecco, quindi, che dalla ricerca ci dobbiamo aspettare tante cose di più, ci sono tante cose interessanti, ma alla fine resta fondamentale la prevenzione".
- 13:43 - Taiwan: 4 morti e 29 feriti in esplosione grande magazzino, possibile fuga gas
Taipei, 13 feb. (Adnkronos/Afp) - E' possibile che sia una fuga di gas all'origine dell'esplosione in un grande magazzino di Taiwan che ha ucciso almeno quattro persone e ne ha ferite 29. Lo hanno riferito i vigili del fuoco. L'esplosione è avvenuta nella zona ristorazione al 12° piano del grande magazzino Shin Kong Mitsukoshi nella città di Taichung. Al momento dell'incidente il piano era chiuso per lavori.
- 13:33 - Sanremo, Conti: "Balti un esempio, la sua presenza vale più di mille parole"
Roma, 13 feb. (Adnkronos Salute) - "Ieri sera la presenza di Bianca Balti valeva più di mille monologhi, di mille parole, è un esempio. Lei porta in scena il suo sorriso, la sua energia, ha dato forza a tanti. Le ho girato un messaggio che mi ha mandato la figlia di un mio cugino che a 33 anni sta facendo la chemioterapia. Bianca le ha dato la forza e il coraggio di andare in giro senza parrucca. Sono molto contento che anche soltanto la presenza di una figura come quella di Bianca abbia aiutato tante donne, tanti uomini che stanno lottando contro un tumore". Lo ha detto Carlo Conti al talk a Casa Sanremo per la campagna 'La prevenzione in dieci note'.
"Questa grinta, questa forza, questo coraggio e questa speranza non devono mai mancare - ha aggiunto il direttore artistico e conduttore del festival - e mi fa piacere che anche da Sanremo si parli dell'importanza della prevenzione. Da molti anni sono legato all'Airc, Associazione italiana ricerca contro il cancro. Fondamentale ascoltare il nostro corpo, sentire i primi campanelli d'allarme, fare dei controlli. Io - ha sottolineato - dopo il Festival mi sottoporrò a un bel controllo a Firenze".
- 13:30 - **Rai: stand by sui vertici, torna ad aleggiare il 'fantasma Villari'**
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "A che punto siamo? A zero". A chi chiede se l'accordo sulla Consulta può aprire uno spiraglio per i nuovi verti Rai, il deputato di opposizione che segue le trattative, in Transatlantico, replica con un pessimismo cosmico. Eppure al mattino il vice premier e leader di Forza Italia Antonio Tajani era sembrato ottimista. Aveva auspicato l'accordo per poi sottolineare, dopo un faccia a faccia con Nicola Fratoianni: "Agnes è una persona di garanzia, se fossi uno di sinistra la voterei...".
Ma l'impasse sul nome della presidente in pectore, che blocca tutto il meccanismo del rinnovo del settimo piano di viale Mazzini, al momento non appare superato. Nonostante il fatto che ieri ci siano stati diversi contatti tra i leader, a partire da Giorgia Meloni e Elly Schlein, per chiudere l'intesa sulla Consulta. In questa situazione di 'stand by', alla Camera è tornato allora ad aleggiare il 'fantasma' di Riccardo Villari. Chi è che non ricorda il presidente della Vigilanza eletto con l'Ulivo, poi 'barricato' a San Macuto per mesi, al centro di una caso politico fino all'addio dopo polemiche, ricorsi e persino l'occupazione fisica della Vigilanza?
Lo schema, quello del blocco della Vigilanza, è tornato a circolare tra i gruppi parlamentari in occasione della seduta comune del Parlamento, con accuse reciproche. "Il centrosinistra ha deciso di boicottare il voto e quindi di dimettersi dalla Vigilanza", spiegavano fonti del centrodestra. "Il centrodestra continua con il modello Almasri, forza sulle regole, sulle istituzioni, scappa dal confronto e vuole dimettersi dalla maggioranza per bloccare tutto", fanno sapere fonti del centrosinistra.
(Adnkronos) - Tutte le parti, comunque, indicano anche quale potrebbe essere lo 'start' di questa escalation al negativo: l'eventuale convocazione in audizione, da parte della presidente della Vigilanza Barbara Floridia, dell'Ad Rai Giampaolo Rossi nonostante l'inattività di fatto della Bicamerale ormai da mesi.
Ai cronisti più attenti, in mattinata, non è sfuggito il 'mini vertice' alla buvette della Camera tra la stessa Floridia, Francesco Filini (FdI), Maria Elena Boschi (Iv), Stefano Graziano (Pd), tutti componenti della Vigilanza. "Ve lo abbiamo detto che bisognava fare prima la riforma e poi il Cda", spiegava Graziano ai colleghi riuniti davanti a un caffè. Per poi rivolgersi a Filini con una battuta: "E comunque ora, per sbloccare la Vigilanza Rai, scegliete tra la Boschi e la Floridia presidente della Rai...". Grandi risate tra i deputati presenti.
Nei vari contatti informali di stamattina, comunque, gli sherpa dell'opposizione hanno provato a spiegare ai colleghi di maggioranza: "Una soluzione, come dimostra il voto sulla Corte costituzionale, nell'interesse della Rai, si può trovare confrontandosi...". Ma, almeno per ora, il vento della Consulta non sembra ancora essere arrivato fino a viale Mazzini.
- 13:28 - **Consulta: torna plenum dopo 460 giorni, record vacatio 626 giorni**
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - Dopo 460 giorni la Corte costituzionale ritrova il plenum, anche se ne trascorrerà ancora qualcun altro prima che i nuovi giudici prestino giuramento dinanzi al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ed entrino formalmente in carica. Tanti ne sono passati infatti dalla fine del mandato di Silvana Sciarra, l'11 novembre del 2023, prima che il 21 dicembre scorso concludessero il loro ruolo anche Augusto Barbera, Franco Modugno e Giulio Prosperretti.
Una vacatio ampia ma non la più lunga. Il record infatti è di 626 giorni, che trascorsero dalle dimissioni di Giuseppe Frigo, il 7 novembre 2016, e il giuramento del successore Luca Antonini, il 26 luglio 2018. Tre giorni in più rispetto ai 623 registrati tra il 23 ottobre 1995 e il 9 luglio 1997, dalla fine del mandato di Vincenzo Caianiello e il giuramento del suo successore Annibale Marini. In entrambi casi complice della lunga attesa anche il passaggio di legislatura.
Non si tratta comunque di casi sporadici, soprattutto quando ad essere nominati debbono essere i giudici scelti dal Parlamento. Trascorsero infatti 541 giorni prima che il 21 dicembre 2015 giurassero i tre giudici tra i quali era compreso anche il sostituto di Luigi Mazzella, arrivato a fine mandato il 28 giugno dell'anno precedente (l'11 novembre del 2014 aveva giurato Silvana Sciarra, in base agli accordi tra i partiti destinata a succedere a Gaetano Silvestri, anche lui uscito dalla Corte con Mazzella). 524 invece i giorni dalla cessazione del mandato di Cesare Mirabelli e Francesco Guizzi, il 21 novembre 2000, e il giuramento di Romano Vaccarella e di Ugo De Siervo, il 29 aprile 2002.
- 13:27 - Consulta: Marini e Sandulli, di padre in figlio alla Corte costituzionale
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - Di padre in figlio e figlia alla Corte costituzionale. I neo eletti giudici Francesco Saverio Marini e Maria Alessandra Sandulli approdano in quel palazzo della Consulta che ha visto all'opera anche i loro genitori, rispettivamente Annibale e Aldo.
Il primo, professore ordinario di Istituzioni di diritto privato, eletto dal Parlamento il 18 giugno 1997, esercitò il mandato dal 9 luglio 1997, giorno del giuramento, al 9 luglio 2006, divenendo presidente il 10 novembre 2005. Il secondo, professore ordinario di diritto amministrativo, nominato dal Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, il 30 marzo 1957, rimase in carica dal 4 aprile 1957 al 4 aprile 1969, visto che inizialmente il mandato durava dodici anni, prima della riduzione agli attuali nove previsti dalla legge costituzionale numero 2 del 1967. Fu presidente dal 16 gennaio 1968.
- 13:22 - Tumori, disponibile nuovo trattamento con Jak inibitore per mielofibrosi
Roma, 13 feb. (Adnkronos Salute) - Spesso è addirittura asintomatica. In alcuni casi il paziente lamenta stanchezza, un po' di inappetenza, dolori muscolari e articolari, qualche linea di febbre. E la bilancia gli (o le) dice che è dimagrito. Capita spesso e la prima cosa a cui si pensa è l'influenza, o si dà la colpa all'età. Non certo alla mielofibrosi, un raro tumore del sangue che in Italia colpisce 350 persone all'anno con un'incidenza maggiore tra i 60 e i 70 anni: solo il 15% ne ha meno di 55.
Oggi la disponibilità di una nuova terapia riapre di fatto la partita con la malattia: momelotinib, un inibitore orale di Jak1/Jak2 e del recettore dell'activina A di tipo 1 (Acvr1), il primo medicinale autorizzato "per il trattamento della splenomegalia o dei sintomi correlati alla malattia in pazienti adulti con anemia da moderata a severa che sono affetti da mielofibrosi primaria, mielofibrosi post policitemia vera o mielofibrosi post trombocitemia essenziale e che sono naïve agli inibitori della chinasi Janus (Jak) o già trattati con ruxolitinib", si legge nel parere positivo degli enti regolatori.
L'unica terapia ad oggi potenzialmente in grado di guarire - spiega in una nota Gsk - è il trapianto di midollo, ma è riservato a una piccola percentuale di pazienti, in genere sotto i 70 anni, per via della complessità e dei rischi ad esso associati. Momelotinib rientra nella famiglia dei Jak inibitori e negli studi che hanno portato alla sua approvazione ha dimostrato, rispetto agli altri già utilizzati, di ridurre i sintomi, la splenomegalia e di avere un impatto favorevole sull'anemia, riducendo il carico trasfusionale.
Nella mielofibrosi, di mezzo ci sono i geni e alcune loro mutazioni, 3 in particolare. La principale, che accomuna oltre la metà dei pazienti, è la mutazione V617F di Jak2, un gene importante per il controllo della produzione delle cellule del sangue, che, se mutato, risulta associato a una loro proliferazione incontrollata. La seconda per frequenza è quella del gene Calr, presente nel 25-35% dei casi e alla base della produzione di una proteina, la calreticulina, coinvolta nella regolazione di processi come la proliferazione, la crescita, la migrazione e la morte cellulare. L'ultima mutazione è nel gene Mpl, coinvolto invece nella produzione di piastrine, riscontrata nel 3-5% dei pazienti. In buona sostanza, la mielofibrosi determina la graduale comparsa nel midollo osseo di un tessuto fibroso che ne sovverte la struttura. In questo modo ne viene modificata la funzionalità, con la conseguente alterazione della produzione delle cellule del sangue. Quando la malattia si manifesta in maniera isolata si parla di mielofibrosi primaria (idiopatica); quando rappresenta la conseguenza di altre neoplasie mieloproliferative, come policitemia vera e trombocitemia essenziale, si parla di mielofibrosi secondaria.
La mielofibrosi può peggiorare più o meno lentamente nell'arco di diversi anni, con modalità variabili a seconda del paziente. In genere la fase iniziale consiste in un danno alla struttura del midollo osseo. E' la fase precoce, o pre-fibrotica, perché non è presente ancora la fibrosi del midollo osseo. Nella fase avanzata compare la fibrosi midollare e si evidenzia una fuoriuscita di cellule staminali immature dal midollo osseo. Queste, attraverso il sangue, raggiungono la milza e il fegato, dove si accumulano. Solitamente, quando la malattia si manifesta sono già presenti le alterazioni tipiche: oltre alla fibrosi, tra le altre, l'anemia e l'ingrossamento della milza. In alcuni casi (10-15 su 100) la mielofibrosi può evolvere in una patologia più severa: la leucemia mieloide acuta.
La quotidianità del paziente non è delle più semplici. Negli stadi più avanzati, la mielofibrosi ha un forte impatto sulla qualità di vita dovuta al fatto che colpisce per lo più gli anziani, persone fragili, che assumono farmaci per altri disturbi cronici e che, rispetto alla popolazione generale, hanno un rischio maggiore di malattie a carico del cuore e dei vasi sanguigni. Circa il 40% dei pazienti presenta un'anemia da moderata a grave già al momento della diagnosi, ma si stima che quasi tutti ne andranno incontro nel corso del tempo. Questa condizione richiede cure di supporto aggiuntive, in primis le trasfusioni. E, purtroppo, i pazienti che dipendono dalle trasfusioni hanno una prognosi sfavorevole e una sopravvivenza ridotta. Nei casi in cui si riscontri una profonda astenia e o una splenomegalia massiva, la mielofibrosi può impedire di compiere una serie di attività normali: camminare, salire le scale, rifare il letto, fare la doccia, cucinare.
