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Germania, infermiere killer: uccise 100 pazienti con un farmaco letale

L'uomo era già stato arrestato nel 2005 ed era finito all'ergastolo nel 2015 con l'accusa di aver causato la morte di due pazienti in un ospedale di Delmenhors. Il copione era sempre lo stesso: faceva una puntura ai pazienti e poi tentava di rianimarli e apparire come un "eroe"
Germania, infermiere killer: uccise 100 pazienti con un farmaco letale
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Sono 100 i pazienti uccisi da Niels Hoegel, l’infermiere killer a processo in Germania. L’uomo era già stato arrestato nel 2005 ed era stato condannato all’ergastolo nel 2015 con l’accusa di aver causato la morte di due pazienti in un ospedale di Delmenhorst, vicino a Brema. Subito si era ipotizzato che le vittime potessero essere molte di più e ora è arrivata la conferma della Procura di Oldenburg. La giustizia tedesca aveva avviato anche una commissione speciale d’inchiesta, che aveva fatto riesumare le salme dei pazienti deceduti nel periodo incriminato per eseguire l’autopsia e ora dagli esiti è emerso che 100 pazienti sono stati uccisi. Al momento l’infermiere killer ha confessato l’omicidio solo di 30 persone, ma il processo è ancora in corso. 

Le morti risalgono tutte al periodo tra il 2000 e il 2005, quando Hoegel lavorava nelle cliniche di Delmenhorst e Oldenbur, e sono state tutte causate seguendo lo stesso copione: l’infermiere iniettava nei corpi dei pazienti un farmaco letale, per poi tentare di rianimarli e presentarsi come un eroe. Ad allertare gli inquirenti sul fatto che le vittime dell’infermiere killer potessero essere molte di più rispetto alle due accertate è stato l’elevato numero di decessi durante i suoi turni di lavoro all’ospedale di Delmenhorst e prima in quello di Oldengurg, circostanza che aveva indotto i responsabili delle due strutture a parlarsi, dando avvio all’indagine.

A processo ci sono anche due ex primari e il direttore di terapia intensiva di Delmenhorst, accusati di omissioni, mentre sono ancora in corso le indagini sui responsabili dell’ospedale di Oldenburg: l’ipotesi degli inquirenti è infatti che l’ospedale fosse a conoscenza di alcune irregolarità nel reparto di terapia intensiva, dove lavorava Hoegel.

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