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Corte Ue condanna l’Italia: “Processo iniquo sui maltrattamenti a una donna da parte della polizia”

Nella sentenza i togati di Strasburgo affermano che le autorità "non hanno dedicato l'attenzione necessaria alle accuse che la donna ha rivolto agli agenti della polizia municipale". E' stato stabilito inoltre che lo Stato dovrà versare alla donna 12mila euro per danni morali e 8mila per le spese processuali
Corte Ue condanna l’Italia: “Processo iniquo sui maltrattamenti a una donna da parte della polizia”
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“Il governo italiano non ha fornito spiegazioni soddisfacenti e convincenti per le lesioni riportate da Tiziana Pennino mentre era alla stazione della polizia municipale”. La Corte europea dei diritti umani ha condannato le autorità italiane per i maltrattamenti che la donna afferma di aver subito da parte di alcuni agenti di Benevento il 2 aprile 2013. Nella sentenza i togati di Strasburgo affermano che le autorità “non hanno dedicato l’attenzione necessaria alle accuse che la donna ha rivolto agli agenti della polizia municipale”. La Corte di Strasburgo ha stabilito che lo Stato dovrà versare alla donna 12mila euro per danni morali e 8mila per le spese processuali. La sentenza diverrà definitiva tra 3 mesi se le parti non faranno ricorso.

Pennino, che all’epoca dei fatti aveva 43 anni, era stata fermata dalla polizia municipale di Benevento il 12 aprile 2013 intorno alle 13 perché, secondo quanto dichiarato dagli agenti, stava guidando in modo ‘erratico’. Le versioni della donna e della polizia municipale su quanto avvenuto dopo divergono profondamente. Pennino ha sempre sostenuto di essere stata trascinata fuori dalla macchina, che le è stato urlato contro e che questo l’ha resa talmente nervosa che non è riuscita a fare il test per l’alcol. Inoltre, quando è stata condotta al comando della polizia municipale, le è stato vietato di telefonare alla famiglia e al suo avvocato, uno dei poliziotti le ha storto le braccia per ammanettarla e le ha strizzato le natiche domandandole se le manette erano sufficientemente strette. Infine afferma che le stesse manette le sono state tolte in maniera violenta tanto da fratturarle il pollice destro.
Secondo la versione degli agenti la donna era ubriaca, si è rifiutata di fare il test per l’alcol, li ha aggrediti ripetutamente sia verbalmente che fisicamente.

Dopo essere stata rilasciata, Pennino si è recata in ospedale dove è stata accertata la frattura del pollice e diversi ematomi. Due giorni dopo ha sporto denuncia contro gli agenti, ma nel gennaio 2014 il procuratore ha chiesto un non luogo a procedere, decisione confermata dal giudice per le indagini preliminari nell’ottobre dello stesso anno. Ora la Corte di Strasburgo ha stabilito che le autorità italiane “non hanno fatto alcun tentativo concreto per spiegare, o anche verificare, i fatti che hanno portato alla frattura del pollice di Tiziana Pennino e questo nonostante il governo abbia riconosciuto che la lesione è stata causata dall’uso della forza degli agenti sulla donna”. Inoltre i giudici affermano “di non essere convinti che le indagini sull’accaduto abbiano rispettato il criterio d’accuratezza richiesto in casi di questo genere”.

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