I Verdi al governo della Germania con la Cdu di Merkel e i liberali? Che strana cosa. E, come dicono tutti quanti, che negoziato difficile. Quanto sono conciliabili le mentalità e gli interessi dei tre elettorati? Sarà un caso, una coincidenza strana, ma io conosco un elettore che ha votato contemporaneamente Cdu e Verdi. E se lo vedi e ci parli non te lo aspetteresti mai. È un ragazzo di 27 anni che è arrivato alla Cavallerizza occupata di Torino dalla Germania in autostop. Come un alternativo degli anni 70. E’ figlio di un libanese e di una tedesca, sembra più arabo che europeo, è gay. Fa lavoretti vari per campare, tenta di perfezionarsi nel teatro danza, si è impegnato talvolta per i profughi, è sensibile fino alla suscettibilità nei confronti della xenofobia, sta prevalentemente a Berlino.

Ebbene, Thilo, che in Italia sarebbe di estrema sinistra forse anche astensionista, ha convintamente votato per i Verdi e per la Cdu. In Germania esiste il doppio voto (uno per il collegio locale e uno per la lista nazionale) e lui ha votato in questo modo per premiare – non ricordo le parole esatte – il buonsenso democratico di Angela Merkel a favore di una società multietnica. Adesso qualcuno che potrebbe dire che per conquistare non moltissimi elettori come Thilo, Merkel ha perso molti elettori a favore della estrema destra.

Mentre si valutano i risultati delle elezioni penso che, forse, si stia sopravvalutando il successo della estrema destra. Certo, arrivando al 12,6% hanno preso qualche decimale in più di quanto i sondaggi prevedevano. Ma siamo in Europa, nel 2017. La somma dei voti tra Lega Nord e Fratelli d’Italia da noi è costantemente al di sopra di quella percentuale. Il Front national in Francia ha raggiunto percentuali ben maggiori (21,6%), e così il partito della destra nazionalista in Austria (46,7%). Certo, gli esponenti della Afd usano toni anche peggiori, ma non hanno ancora esperienze di governo, neanche locale, a differenza della destra nazionalista degli altri paesi.

Intanto, però, io penso alla mia recente visita a Berlino e ad alcuni esempi della raffinata semplicità che ho trovato. Mi aspettavo, temevo, una modernizzazione spinta, una città “gentrificata”, sempre più grattacieli, vetrine di multinazionali e un’esplosione di locali “fighetti”. Certo c’è anche questo, ma avendo evitato certe zone, ho visto piuttosto gli ulteriori sviluppi della Berlino verde e delle piccole attenzioni di quartiere. La sistemazione e riapertura alla città del verde spontaneo cresciuto negli anni attorno al nodo ferroviario di Gleisdreyecke, i segnali della memoria dell’ex zona ebrea a Schoneberg, le aiuole su strada gestite dai condomini, i nuovi campi gioco, il bar-ristoro e l’area Lgbt nell’antico cimitero, il tè offerto ogni pomeriggio d’estate dal comitato dei vicini nel giardino della piazza, i “salvatori di cibo” che distribuiscono ai poveri viveri avanzati dai negozi accanto alla stazione di Alexander Platz, la grande spianata verde dell’ex aeroporto di Tempelhof salvata dalla speculazione, la critical mass con migliaia di ciclisti come vent’anni fa. Basta un po’ di sole e tutti corrono a goderselo, seduti a terra nell’aiuola di Viktoria Luise Platz o a nuotare nel lago Schlachten see.

In entrambi i casi, curiosa coincidenza, vediamo un topo che si avvicina alla gente, come per cercare cibo. Nessuno urla o lo caccia. Visto da vicino, è un topino carino, con un bel pelo beige rossiccio. Quando cala il buio le luci della città sono sobrie. Questa grande e raffinata semplicità è ormai fortemente radicata e non solo a Berlino: la destra nazionalista non prevarrà in Germania.

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