Le fritture di pesce non erano istigazione al voto di scambio. Lo ha deciso il gip del Tribunale di Napoli Luisa Toscano che ha archiviato l’inchiesta nei confronti del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. L’indagine era stata aperta dopo la pubblicazione sul fattoquotidiano.it dell’audio di una riunione – alla vigilia del referendum per la riforma costituzionale, con circa trecento tra sindaci e amministratori locali – durante la quale De Luca rivolse l’invito ad impegnarsi attivamente per il Sì alla riforma. L’archiviazione è stata disposta nelle scorse settimane ma solo oggi si è avuta conferma della decisione del giudice.

Nel corso dell’incontro, che si era svolto in un albergo napoletano il 15 novembre 2016, il governatore invitò gli amministratori a attivarsi offrendo anche “fritture di pesce” e gite in barca. L’appello di De Luca era rivolto al sindaco (decaduto per corruzione) di Agropoli Franco Alfieri. “Prendiamo Franco Alfieri, notoriamente clientelare. Come sa fare lui la clientela lo sappiamo. Una clientela organizzata, scientifica, razionale come Cristo comanda. Che cosa bella”. In platea si sentiva risate e applausi. “Ecco – continuava De Luca – l’impegno di Alfieri sarà di portare a votare la metà dei suoi concittadini, 4mila persone su 8mila. Li voglio vedere in blocco, armati, con le bandiere andare alle urne a votare il Sì. Franco, vedi tu come Madonna devi fare, offri una frittura di pesce, portali sulle barche, sugli yacht, fai come cazzo vuoi tu, ma non venire qui con un voto in meno di quelli che hai promesso”.

Il gip ha accolto la richiesta di archiviazione proposta al termine delle indagini dal pm Stefania Buda. Il governatore, difeso dagli avvocati Andrea Castaldo e Paolo Carbone, aveva commentato l’avvio dell’inchiesta da parte della procura parlando di “reato di battuta”. Il gip, condividendo le conclusioni del pm, ha ritenuto insussistente l’iniziale ipotesi di reato. Nella richiesta di archiviazione il pm Buda aveva sottolineato, tra l’altro, di aver svolto accertamenti su un provvedimento favorevole – nei giorni precedenti al referendum – da parte della Regione nei confronti dei disoccupati dei Bros ipotizzando una condotta di voto di scambio che però, come ha sottolineato il magistrato, non ha trovato alcun riscontro. Il pm, dopo aver messo l’accento sul tono “goliardico e scherzoso” dell’invito, ha affermato che per la risonanza mediatica prodotta dalla pubblicazione dell’audio in ogni caso non sarebbe stato verosimile che qualcuno degli amministratori desse seguito all’invito.

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