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Christian Raimo e il suo ‘Non c’avete un altro servizio sui negri cattivi?’. Come non amarlo?

Christian Raimo e il suo ‘Non c’avete un altro servizio sui negri cattivi?’. Come non amarlo?
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Stanca serata di fine agosto, in tv non c’è niente e quel niente è ben confezionato in programmi d’intrattenimento che si ammantano di giornalismo, come Dalla vostra parte, su Rete 4. Conduce: Maurizio Belpietro. Basterebbe il canale di messa in onda e il nome del conduttore letto su un elenco dei programmi qualsiasi per decidere di chiudere l’elenco, buttare la rivista, spegnere il televisore (al limite anche buttarlo insieme alla rivista) e andarsene in spiaggia a prendere una sana tintarella di luna.

E ammetto che la puntata del 28 agosto io in effetti non l’ho vista, come dire, in diretta. Ne ho saputo a distanza di due giorni, grazie a una ridicola censura di Facebook contro la fotografia e il post da decine di migliaia di like cassata dal profilo di Christian Raimo, e riprodotti qui sotto, che in quella trasmissione era stato invitato in qualità di reagente. Sì, di reagente, proprio come quando i chimici fanno i loro esperimenti e hanno sempre bisogno di un reagente per capire le qualità del composto che stanno analizzando. Se Belpietro è il conduttore, e Alessandro Sallusti l’altro ospite in collegamento esterno, d’altro canto, si capisce bene perché Raimo poteva solo che essere il reagente e finire per abbandonare la trasmissione (per sublimazione).

Una prece sulla censura di Facebook: galeotto il termine “negri” usato provocatoriamente da Raimo? Mah, chissà. Io ci sono sposato con una donna negra. Non mi risulta che la parola sia offensiva in italiano o spagnolo, ma siccome siamo una colonia culturale degli Usa, pare che per molti sia troppo in assonanza con “nigger“, e quello sì che è un dispregiativo insulso.

Comunque, vista la censura di Facebook al racconto della serata di Raimo, lascio a lui la parola per raccontare cosa è successo:

Caro Christian, come non amarti per quel che hai fatto da Belpietro? Grazie. Non la pensiamo sempre allo stesso modo, tu e io. Quando eri andato a In Onda, su La7, solo pochi giorni fa, a paragonare le azioni dell’esercito mussoliniano in Etiopia ed Eritrea (do you remember il telegramma 3652 di Mussolini a Badoglio in cui lo autorizza a “usare gas di qualunque specie”?) con i tristi fatti di piazza Indipendenza di poche ore prima, per esempio, mi avevi fatto arrabbiare, perché non ti eri reso conto che da una simile equiparazione stavi rendendo un servizio da niente alle politiche fasciste in Eritrea, più che criticare l’operato della polizia a Roma.

E da un collega che insegna Storia al liceo questo per me è inaccettabile. Il fascismo mussoliniano è esistito. Ha fatto cose orrende che moltissimi italiani di oggi non conoscono per loro ignoranza o, peggio, scelta. Usare il fascismo come facile moneta di scambio per commentare fatti criticabilissimi che accadono oggi, ma sempre nell’alveo di una democrazia parlamentare e costituzionale, è un grosso errore culturale.

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