Sono sbarcati all’alba autonomamente: nessun salvataggio o trasporto sulle motovedette della Guardia Costiera. Da questa mattina, quindi, 54 migranti – in gran parte d’origine tunisina, tra i quali anche alcuni minori –  bivaccano a Linosa: solo uno di loro è stato trasportato in elisoccorso a Palermo perché stava male. Gli altri, invece, sono rimasti sull’isola che fa parte del comune di Lampedusa: alcuni, non appena hanno capito di non essere sbarcati in Sicilia, hanno cercato di scappare. Una fuga con scarse possibilità di successo visto che Linosa è un’isola minuscola: i 4 carabinieri in servizio li hanno rintracciati senza problemi.

“Possibile che non si sia trovato finora il modo di trasferirli a Porto Empedocle o a Lampedusa? Bisogna evitare che trascorrano la notte all’aperto. A Linosa non ci sono strutture per poterli ospitare“, dice il sindaco Totò Martello. Ma a chi spetta il compito di trasferire il gruppo di migranti? “Noi – prosegue il primo cittadino di Lampedusa – abbiamo allertato la prefettura di Agrigento, che è l’organo competente: le motovedette, però, sono ferme in porto. Non si capisce perché non vadano a recuperarli”. Per la verità una motovedetta della Guardia Costiera ha raggiunto l’isola: si è però poi allontanata senza imbarcare il gruppo di migranti. Il motivo? “Attendevano un ordine esplicito in questo senso”, riferiscono testimoni.

Il problema è che a Linosa, distante 24 miglia da Lampedusa (circa 35 minuti di navigazione) e 95 miglia da Porto Empedocle, non esiste un centro d’accoglienza per migranti: c’era fino ad alcuni anni fa ma è stato incendiato da alcuni ospiti. Il gruppo di migranti, quindi, andrebbe trasferito prima possibile a Lampedusa o sulla terra ferma. In attesa che la situazione si sblocchi, dunque, i sanitari della guardia medica hanno visitato alcuni dei 54 migranti, mentre un ristoratore dell’isola fornisce viveri e acqua. L’ultimo sbarco a Linosa si era verificato a fine giugno.

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