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Vitalizi, Capacchione con Sposetti: “Il ddl Richetti è pericoloso e incostituzionale”

La senatrice: "Sono alla prima legislatura e non mi riguarda, ma con una legge così la pensione di mia mamma o di un operaio Fiat potrebbe essere ricalcolata"
Vitalizi, Capacchione con Sposetti: “Il ddl Richetti è pericoloso e incostituzionale”
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Il disegno di legge per il taglio dei vitalizi firmata da Matteo Richetti è “pericolosissimo e incostituzionale”. A definirlo così è la senatrice del Partito democratico Rosaria Capacchione. Così Ugo Sposetti l’aveva annunciato e in effetti il fronte interno al Pd comincia a muoversi contro il testo del portavoce del Pd che alla Camera ha avuto un primo ok anche con i voti del Movimento Cinque Stelle, ma che deve ancora avere il via libera del Senato. La Capacchione, intervista dall’agenzia AdnKronos, premette che la norma sul ricalcolo per i parlamentari che già godono di un vitalizio non la riguarda: “Sono alla prima legislatura – dice – Ma nutro una grossissima perplessità che ritengo insuperabile: essendo una legge ordinaria, si applicherà a tutti”.

Questo, secondo Capacchione, “significa che la pensione di mia mamma o di un operaio Fiat potrebbe essere ricalcolata: chi potrà dire di no in quel caso? E’ una legge pericolosa – insiste – ma non per i parlamentari. E non sono la sola a dirlo. Perché una volta introdotto il principio retroattivo non ci sarà più certezza di nulla. Così apriamo una voragine rischiosissima“. Quindi voterà no al ddl Richetti? “Così com’è la legge è incostituzionale e inutile e quindi destinata ad avere vita breve. Intanto voglio capire se andrà a incidere anche sulle altre persone. Se il testo cambia, valuterò”.

Sposetti ha promesso una rivolta in Senato contro il provvedimento approvato alla Camera. Riuscirà a far proseliti? “A giudicare da come sono andate le cose a Montecitorio, dove ci sono altri numeri, devo dire che Sposetti ha ragione. E poi mi fa ridere questa roba di usare i parlamentari come capro espiatorio mentre i dipendenti di Camera e Senato restano in autodichia, con un altro regime… Alla fine avremo il privilegio dei burocrati“.

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