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Terremoto a Ischia, se uno Stato premia i suoi eroi con una pacca sulla spalla

Terremoto a Ischia, se uno Stato premia i suoi eroi con una pacca sulla spalla
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di Riccardo Giuliano

Siamo ancora qui, dopo l’ennesima tragedia, questa volta a Ischia, a piangere morti, a constatare i disastri di un paese anormale che si regge sui soliti eroi, vigili del fuoco, forze armate e volontari che in silenzio, con umiltà e sacrificio, danno tutto per salvare vite umane in cambio della solita pacca sulle spalle e del solito ringraziamento istituzionale. E’ la solita storia che si ripete: da un lato tantissimi concittadini che quotidianamente, in silenzio, lavorano, sacrificano tutto per gli altri, anche per coloro che non si preoccupano di fare il proprio dovere, consapevoli che questo  anormale paese senza il contributo silente delle persone oneste non può andare avanti.

E così, ti accorgi che per un vigile del fuoco che scava a mani nude per salvare una vita in cambio di pochi euro al mese, c’è qualcuno che di euro ne guadagna molti di più  senza averne merito. Ti accorgi che per ogni lavoratore vero servitore dello Stato, lo Stato non c’è. Uno Stato di diritto è grande solo se riconosce, e gratifica, il vero merito non con le sole pacche sulle
spalle ma con tutti gli strumenti in suo possesso affinché un eroe sia distinguibile sempre da chi non lo è.

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