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Harley Davidson e Ducati, perché questo matrimonio non s’ha da fare

Harley Davidson e Ducati, perché questo matrimonio non s’ha da fare
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di Carblogger

Sarà per un colpo di sole di questi giorni bollenti, ma non credo che la Harley Davidson spenderà un botto di soldi per prendersi la Ducati da Audi. Nemmeno con Dovizioso su Ducati che guida il MotoGp. Harlisti e ducatisti semmai comprano la stessa moto per tutta la vita, identità e basta.

La notizia di un interessamento dell’azienda di Milwaukee per la casa italiana delle due ruote è stata rilanciata venerdì scorso dalla Reuters, la stessa agenzia di stampa che il 26 aprile scorso aveva parlato per prima di una possibile cessione. Affare eventualmente da mettere in conto ai tedeschi tra gli effetti del dieselgate e, aggiungo io, alla progressiva perdita di potere nel gruppo del padre padrone Ferdinand Piech, che nel 2012 aveva ordinato di comprare la Ducati.

Harley Davidson e Ducati, ma cosa farebbero insieme? Da vespista puro e dunque da casco blu, osservo soltanto che i due marchi hanno clienti, gusti, storie e passioni che vivono su pianeti diversi. Certo, nei rispettivi settori possono essere considerati due marchi premium, ma mi fermerei qui.

Mentre mi riparo dal sole, mi torna in mente che le due precedenti acquisizioni da parte di Harley Davidson sono andate a finire male. Nel 2008 da Milwaukee partì un assegnone di 109 milioni di dollari per portarsi a casa l’italiana Mv Augusta. Dopo due anni, la grande depressione spazzò via ogni velleità, così come nel 2009 l’altra acquisizione del marchio americano Buell.

Per Harley Davidson e Ducati, la Reuters indica i buoni uffici di Goldman Sachs, mentre in aprile aveva scritto di Evercore senza però tirare ancora in ballo gli americani. Mah.

Eppoi: spendereste 1,67 miliardi di dollari (come riporta la Reuters) per il pur onorevole marchio di Borgo Panigale pagato cinque anni fa 860 milioni di euro da Audi? Non è il doppio, perché allora il dollaro era più debole, ma poco ci manca.

@carblogger_it

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