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I cinesi non muoiono mai? Diceria. Anziani e malati tornano nel paese d’origine

I cinesi non muoiono mai? Diceria. Anziani e malati tornano nel paese d’origine
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Conoscere i riti e le cerimonie funebri degli stranieri ormai naturalizzati in Italia suscita particolare curiosità ed interesse, in particolare per le credenze – non veritiere – che riguardano le modalità di sepoltura dei cittadini cinesi residenti.

La maggior parte di loro proviene da piccoli centri urbani e villaggi rurali della Cina e da quando sono iniziati gli spostamenti di questo popolo sono passati alcuni decenni. Dagli anni novanta, il fenomeno dell’immigrazione soprattutto nel Nord Italia, così come in altre nazioni, si è intensificato, con l’espansione della ristorazione cinese e con il progressivo radicamento delle imprese contoterziste nei distretti industriali delle manifatturiere tessili e della maglieria, permettendone la graduale integrazione.

Si incontrano frequentemente giovani ragazzi e ragazze di origine cinese, ma non anziani e malati che per scelta tornano definitivamente nel loro paese d’origine.

Nella cultura cinese il tema della morte è affrontato il meno possibile, se non quando strettamente necessario, per timore di attirare la sfortuna.

Raramente in Italia è possibile assistere a un funerale cinese, in quanto l’organizzazione della cerimonia è impegnativa.

Il primo limite è legato a problemi di carattere burocratico e linguistico che impediscono, in un momento così doloroso, di affrontare le inevitabili difficoltà organizzative. La cerimonia funebre cinese è un evento sacro e, come tale, è accompagnato da solenni riti tipici, tradizionali che portano benessere al defunto nel suo passaggio ultraterreno, ma le cui peculiarità prolungate nel tempo, con lunghe preghiere e marce accompagnate da musica, petardi e fuochi possono non essere comprese e accettate dalla comunità ospitante.

Qingmingjie o letteralmente Festa del chiaro splendore è la Festa dei morti, uno degli eventi più importanti e significativi del popolo cinese, profondamente legata all’antichissimo culto degli antenati.

Secondo la tradizione, la Festa dei morti cade il 106esimo giorno dopo il solstizio d’inverno (Dongzhi), dunque tra il 4 o il 5 di aprile secondo il calendario solare.

La festa si svolge all’inizio della primavera ed è per le famiglie un’opportunità per una gita in mezzo al verde in compagnia dei propri cari.

In questo giorno è consuetudine far visita alle tombe di famiglia, per onorare e ricordare i defunti, ma anche i caduti in guerra e coloro che hanno dato lustro al paese.

Vengono fatte offerte agli spiriti e si mangia all’aperto vicino alle tombe, per condividere spiritualmente il banchetto con gli antenati, offrendo loro simbolicamente il cibo.

Si accendono candele, si bruciano incenso e “soldi di carta” per sostenere economicamente il defunto, affinché non manchi nulla nell’aldilà.

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