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‘Egregio architetto (deceduto)’: Comune scrive ai professionisti (anche a quelli che non ci sono più). Il sindaco: ‘Sono basito’

Gaffe dell'amministrazione di Pietrasanta, che chiedeva contributi sulla pianificazione urbanistica. Nell'intestazione delle lettere c'era perfino scritto "deceduto", ma nessuno se ne è accorto. Una delle vedove: "Sgradevole e superficiale, come si fa?". Dal municipio si sono già scusati: "Una svista incresciosa"
‘Egregio architetto (deceduto)’: Comune scrive ai professionisti (anche a quelli che non ci sono più). Il sindaco: ‘Sono basito’
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“Egregio architetto Massimo (deceduto) Bertozzi ”. Inizia così la lettera che il Comune di Pietrasanta ha inviato nei giorni scorsi a uno stimato professionista, per chiedergli un contributo alla pianificazione urbanistica. Augurandogli anche “buon lavoro”. Ma, proprio come diceva l’intestazione, il signor Bertozzi non c’è più, perché è morto da 17 anni. “Una svista incresciosa, purtroppo – dicono dal Comune – I deceduti in realtà erano in tutto quattro. Ci siamo già scusati con tutti gli interessati, informando che provvederemo a rimuovere i defunti da questa rubrica non aggiornata e a prendere provvedimenti”.

Esterrefatta la vedova dell’architetto Bertozzi, Barbara Giusti. Quando si è trovata tra le mani l’invito che porta le firme del sindaco di centrodestra Massimo Mallegni e del suo vice, Daniele Mazzoni, non sapeva cosa credere. “Ma se sai che è morto, che non c’è più e lo scrivi addirittura sulla lettera, che fai, lo convochi alla pari di altri professionisti vivi e vegeti a dare un contributo alla pianificazione della città?” ha commentato parlando al Tirreno. Se non fosse stato che la lettera arrivava dal primo cittadino, lei avrebbe pensato a uno scherzo di cattivo gusto. “Siamo a Carnevale e non ne discuto, ma quando mi è arrivata una lettera dal Comune indirizzata a mio marito sono stata assai sorpresa”.

La lettera, inviata identica a più professionisti, si differenziava solo nell’intestazione. Che nel caso di Bertozzi non lasciava spazio a equivoci. “L’errore ci sta, non è questo il punto. Magari servirebbe più accortezza, più preparazione in taluni casi, ma è un qualcosa che può accadere. Quello che invece trovo veramente sgradevole e di una sciocca superficialità è l’avere appunto scritto sull’intestazione Massimo (deceduto) Bertozzi. Ma come si fa?” ha concluso la vedova. Un malinteso burocratico surreale, in pieno stile kafkiano, che ricorda uno dei Piccoli equivoci senza importanza di un grande scrittore, anche lui toscano, Antonio Tabucchi. “Chi ha imbustato – continuano dal municipio di Pietrasanta – non si è reso conto ed è stato causa involontaria di un turbamento della sensibilità dei familiari dei defunti. Il sindaco si è detto basito e da domattina si metterà a controllare tutti gli indirizzari”.

L’impegno del sindaco Mallegni per valorizzare la “piccola Atene” versiliese, patria della scultura già scelta come dimora da artisti come Igor Mitoraj e Fernando Botero, è massimo e quotidiano. Solo pochi giorni fa ha rivolto un invito “ai giovani e alle nuove leve e a chi ha la voglia e la possibilità di intervenire, di dare sfogo alle arti”. Appunto, chi ha la possibilità.

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