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Attimini, gatti e barzellette: le cose che odio (anche se sono nato per amare ed essere amato)

Attimini, gatti e barzellette: le cose che odio (anche se sono nato per amare ed essere amato)
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Non sopporto quelli che ti invitano a casa e ti fanno togliere le scarpe. Se mi inviti non mi togli subito qualcosa, e mi devi permettere di sporcare la tua casa, altrimenti non invitarmi e resta con la tua casa pulita, ma senza di me.

Non sopporto quelli che ancora dicono “un attimino”, se dici attimino devi accettare anche il concetto di “attimone”, ma nessuno dice “un attimone”.

Non sopporto quelli che parlano male dei cani e bene dei gatti, quelli che dicono che i cani sono borghesi perché difendono la proprietà e che sono patetici perché chiedono sempre il cibo con gli occhioni dolci. Io preferisco i cani ai gatti, i cani ti seguono in ogni avventura, i gatti no, si fermano prima del pericolo.

Non sopporto quelle mamme che non leggono fiabe ai figli perché dicono che le fiabe non sono la “realtà” (ci sono mamme del genere, vi giuro). È una cosa di una stupidità colossale, le fiabe sono realtà proprio come i sogni, la realtà è intrisa di sogno, non siamo forse destinati tutti a scomparire come in un trucco illusionistico?

Non sopporto quelli che quando vedono un disabile pensano “poverino”: poverino sarai tu che pensi che un disabile sia poverino! Che presunzione ammantata di stucchevole pietismo.

Non sopporto quelli che dicono: “La salute è tutto”. Sarà anche vero, ma è un tutto che non mi emoziona se basta un batterio a far crollare questo fantomatico “tutto”.

E potrei andare avanti all’infinito, ma c’è una cosa che non sopporto su tutte: quelli che raccontano barzellette. Odio le barzellette. E odio chi le racconta e mi ammorba con stupide storielle costringendomi a deformare il mio viso in una falsa risata prevedibile. Quasi tutti non le sanno raccontare, non hanno il senso del ritmo. Raccontare una barzelletta non è da tutti, pochi ci riescono: Chiari, Bramieri, Proietti e Pepè.

Chi è Pepè? Pepè è un amico di famiglia che voglio presentarvi: un calabrese colto, simpatico, intelligente, umano, amico fedele di mio padre, del mio amatissimo papà che non c’è più.

Ah, per finire voglio dire anche questo: non sopporto quelli che non mi amano. Io voglio essere amato, amato fino in fondo. Amato per sempre. Sono venuto al mondo per amare ed essere amato.

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