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Ministero Sviluppo, nessuno si sbilancia e la consulenza sulla Strategia energetica finisce in un’interrogazione di Possibile

Nel documento Civati chiede delucidazioni sulle modalità di assegnazione dell'incarico alla Boston Consulting group. La stessa azienda cioè che fino a tre mesi fa dava lavoro a Francesco Cuccia, attuale capo delle segreteria tecnica del ministro Calenda: “Grave che ad oggi non risultino noti i criteri di selezione, e gli eventuali costi, che hanno portato il Mise alla scelta"
Ministero Sviluppo, nessuno si sbilancia e la consulenza sulla Strategia energetica finisce in un’interrogazione di Possibile
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Il ministero dello Sviluppo economico prende tempo sulla questione della consulenza alla Boston Consulting Group (BCG) per la nuova Strategia energetica nazionale. Resta il fatto che il coinvolgimento del gruppo statunitense, rivelato dal Fatto Quotidiano lo scorso 4 gennaio, è destinato ancora a far discutere. In un’interrogazione depositata l’11 gennaio, Possibile chiede infatti il conto dell’operazione che rischia di pesare su Terna e Snam, partecipate pubbliche quotate in Borsa. E domanda al ministro Carlo Calenda massima trasparenza su una questione strategica per il futuro del Paese.

Nell’interrogazione stilata con il contributo di Green Italia, Possibile si chiede perché, in tempi di spending review, “il Ministero abbia deciso di non avvalersi delle competenze di enti pubblici quali l’Enea, il Gestore Servizi Energetici (GSE), la società Ricerca sul Sistema Energetico (RSE) o il lavoro del tavolo sulla decarbonizzazione che ha lavorato presso la Presidenza del Consiglio negli ultimi mesi per l’aggiornamento della Strategia energetica nazionale”. Nel documento, inoltre, il partito di Pippo Civati chiede delucidazioni sulle modalità di assegnazione della consulenza alla Boston Consulting group. La stessa azienda cioè che fino a tre mesi fa dava lavoro a Francesco Cuccia, attuale capo delle segreteria tecnica del ministro Calenda. Per Possibile, che ipotizza un conflitto d’interessi, è un “fatto grave (…) che ad oggi non risultino noti i criteri di selezione, e gli eventuali costi, che hanno portato il Mise alla scelta della Boston Consulting Group”.

Interpellato da ilfattoquotidiano.it, Civati aggiunge poi di attendersi una rapida risposta da parte del Mise dal momento che in gioco ci sono questioni di primaria importanza. Per non parlare del fatto che, nella vicenda sono coinvolte anche due società quotate. Dal canto suo, Terna puntualizza che “esiste una collaborazione tecnica con una società di consulenza strategica, scelta con un regolare beauty contest, che non ha nessun carattere di eccezionalità”. “Nella sua qualità di operatore infrastrutturale terzo”, Snam, invece, fa sapere di “mettere al servizio delle istituzioni le proprie competenze e risorse, tra cui anche la collaborazione con primarie società internazionali di consulenza strategica, con l’obiettivo di fornire loro il giusto e adeguato supporto”.

Al pari del Mise, nessuna delle due aziende entra nel dettaglio della consulenza affidata alla società statunitense, che non commenta l’intera vicenda su cui Calenda dovrà riferire. Non prima di aver chiarito anche un’altra faccenda che riguarda sempre la BCG: quella della maxiconsulenza da 12 milioni di euro affidata da Poste alla Boston consulting group per il biennio 2014-2016. Una vicenda sulla quale i senatori di Italia dei Valori Alessandra Bencini, Francesco Molinari e Maurizio Romani hanno chiesto chiarimenti in un’interrogazione al Mise e al Tesoro, depositata lo scorso 25 novembre. E, al momento, rimasta ancora senza risposte.

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