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Burqa, assessore Sicurezza Lombardia al governo: “Vietarne la vendita come in Marocco”

La titolare della Sicurezza chiede inoltre all'esecutivo di allinearsi alla regione che ha vietato "l’ingresso con l'indumento negli ospedali e negli uffici regionali. Segua il nostro esempio e prenda provvedimenti decisi contro questo simbolo di sottomissione"
Burqa, assessore Sicurezza Lombardia al governo: “Vietarne la vendita come in Marocco”
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Vietare la vendita del burqa come in Marocco. A chiederlo è Simona Bordonali, assessore alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione della Regione Lombardia, in un appello rivolto all’esecutivo italiano. “Chiediamo al governo di vietare l’importazione e la commercializzazione del burqa – ha dichiarato l’assessore in quota Lega Nord – sia per motivi di sicurezza che per ragioni culturali. Proprio come ha fatto l’esecutivo di Rabat qualche giorno fa”.

Le autorità di Rabat hanno infatti chiesto ai produttori o ai commercianti di burqa di interrompere le loro attività. E dunque ne è vietata la vendita. Ma in Marocco non esiste alcuna legge che impedisca di indossare il burqa, tantomeno di venderlo o di fabbricarlo. Per questo il provvedimento straordinario delle autorità è considerato dall’Observatoire du Nord des Droits de l’Homme (ONDH) ingiusto. “La decisione del ministero degli Interni è da considerare illegale e nulla perché non si basa su alcun testo giuridico” e “viola i diritti delle donne di esprimersi e di vestirsi liberamente”.

Da tempo, aggiunge l’assessore Bordonali, “chiediamo di introdurre inoltre una normativa nazionale chiara e non interpretabile, che vieti di circolare nei luoghi pubblici con il velo islamico integrale”. Ricordando che “la Regione Lombardia ha già vietato l’ingresso con burqa e niqab negli ospedali e negli uffici regionali. Il governo segua il nostro esempio e prenda provvedimenti decisi contro questo simbolo di sottomissione”.

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