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Marianna: "Io e mio marito assunti con voucher da Burger King. Ora passiamo da un lavoro precario all’altro" - 3/5

I lavoratori a ticket vengono utilizzati da multinazionali come Carrefour o Burger King, ma anche da enti locali e cantieri edili che hanno cambiato le carte in tavola da un giorno con l'altro approfittando della loro forza contrattuale. Il tratto comune è la necessità di un'entrata a tutti i costi per il mutuo, la famiglia o per mandare i figli a scuola, unita alla paura di esporsi e subire una ritorsione
Marianna: "Io e mio marito assunti con voucher da Burger King. Ora passiamo da un lavoro precario all’altro" - 3/5
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Marianna: “Io e mio marito assunti con voucher da Burger King. Ora passiamo da un lavoro precario all’altro”

Quando le si chiede di riassumere la sua breve esperienza al Burger King di Segrate, Marianna parte da lontano, raccontando delle sue aspirazioni di adolescente: “La mia passione sarebbe assistere gli anziani e i malati. Aiutare chi soffre mi fa sentire utile: ma non posso aspettare di trovare il lavoro che sogno, e quindi accetto ogni cosa“. Ha 34 anni, Marianna, e la scuola l’ha abbandonata in quarta superiore: per specializzarsi, poco dopo, come ausiliaria socioassistenziale. È nata e cresciuta a Milano, dove ora vive insieme a suo marito: “Condividiamo il tetto e il mutuo”. Entrambi hanno fatto richiesta di lavorare al Burger King l’estate scorsa, presentando i propri curricula. “Ci hanno presi subito. Le nostre mansioni? Pulire bagno, sala e cucina, e qualche volta lavare e preparare gli ingredienti per i panini”. L’entusiasmo per il nuovo lavoro era tanto, nonostante i ritmi serrati e stancanti: “Avevamo la responsabile del personale sempre col fiato sul collo. Continuava a dirci di fare tutto più in fretta”. Dopo un mesetto, però, le prime tensioni. “Tutto è nato dalla mia semplice richiesta di fare i turni pomeridiani. Per una questione di compatibilità con gli orari di mio marito, mi era impossibile staccare all’una o anche, a volte, alle tre di notte. ‘Nessun problema’, mi fu detto, e invece il problema c’era eccome”. Anziché essere anticipati, i turni di Marianna venivano semplicemente annullati. “In quei giorni c’è stato anche un incidente: mentre ero nella cucina, mi sono tagliata un dito con un coltello. All’Inail mi hanno consigliato di avanzare richiesta di risarcimento per l’infortunio, ma i responsabili del mio punto vendita hanno fatto di tutto per mandare all’aria la procedura, e ci sono riusciti”. Nemmeno una settimana dopo la richiesta di cambio dei turni, Marianna riceve una telefonata dall’azienda: “Mi hanno detto di non tornare al lavoro, il giorno dopo. Scaricata per telefono, senza diritto di dire una parola. A me in quel momento è caduto il mondo addosso”. Intanto anche suo marito aveva lasciato Burger King per trovare lavoro in un’azienda di trasporti: “Non un granché, ma almeno non ci stanno i voucher”. E Marianna? “Io ora lavoro in una ditta di pulizie. Ma non so se il mese prossimo mi rinnoveranno il contratto”.

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