Gli affari olandesi di Higuain, la misteriosa Haz, il capo dei servizi segreti argentini Gustavo Arribas al centro di numerose trattative. E ancora Iturbe e Gustavo Mascardi, procuratore molto chiacchierato che ha guadagnato molto dai trasferimenti dell’argentino. Ma anche Fabio Capello e le partite di beneficenza per le quali l’ex tecnico della Russia veniva presumibilmente pagato. È un intreccio di società, soldi che passano da una parte all’altra del mondo, triangolazioni tra società schermate, lo scenario che L’Espresso in edicola domenica 4 dicembre tratteggia nella prima puntata dei Football Leaks, l’inchiesta sul lato oscuro del calcio condotta assieme ad altri 11 giornali europei appartenenti all’European Investigative Collaborations. Non ci sono solo gli affari di Cristiano Ronaldo e Josè Mourinho, anticipati nei giorni scorsi giorni, ma anche diversi protagonisti del calcio italiano in questa gigantesca rete di offshore e intermediari nella quale confluiscono i guadagni dei protagonisti del calcio mondiale e i soldi dei loro trasferimenti. Un vero e proprio mondo parallelo, che non ha nulla a vedere con i campi e gli stadi.

Dall’Olanda ai Caraibi – Secondo quanto ricostruito da L’Espresso spulciando i quasi 2 terabyte di file consegnati da una fonte anonima al settimanale Der Spiegel, per capire cosa c’entri Gonzalo Higuain bisogna partire da una società il cui nome richiama una paradisiaca isola greca, Paros. Questa società – la Paros Consulting ltd – è però registrata in un altro paradiso, di natura fiscale, le British Virgin Islands. Nel settembre di due anni fa, la Convergence Capital Partners, società olandese con sede ad Amsterdam, paga la Paros su un conto aperto nel principato del Leichtstein per “servizi prestati in riferimento al Real Madrid e al giocatore G. Higuain”. Sono 190mila euro, poca roba per un giocatore che oggi dalla Juventus incassa 7,5 milioni di euro a stagione, ma quelle due società – racconta L’Espresso – ricorrono in decine di transazioni contenute dei Football Leaks. In buona parte riconducibili a un gruppo di intermediari argentini, tra i quali figura Marcelo Simonian, colui che curò il passaggio di Javier Pastore al Palermo nel 2010. Lo schema di queste operazioni è sempre identico: le squadre versano i soldi a una società olandese che da qui prendono il volo verso i Caraibi.

Higuain? E’ stato un giocatore del Locarno. Per qualche giorno – Questi intermediari argentini hanno spesso fatto affari con la Premier&co., società controllata da due fiduciari uruguaiani, alla quale Jorge Higuain, papà di Gonzalo, ordina un bonifico di 32mila euro. Higuain senior e il figlio Nicolas sono nel business della società Higuazaca, fondata alla fine del 2015 in Spagna e attiva nel settore immobiliare, una sorta di cassaforte nella quale confluiscono buona parte dei guadagni della star argentina. Su questi spostamenti di denaro verso la Premeri&co, Higuain non ha voluto rispondere. Né si è pronunciato sulla Supat, la società fondata nel 2007 e sulla quale sono confluiti gli introiti derivanti dallo sfruttamento dei suoi diritti d’immagine fino al 2015. Registrata in Olanda – bassi livelli di tassazione e trattamento favorevole per le aziende che gestiscono i diritti d’immagine – la Supat arresta i suoi affari nel 2015 quando Higuain trova un accordo con il Napoli, che amministra direttamente i diritti d’immagine. Ma dell’attuale attaccante della Juve va raccontato anche l’approdo in Europa: chi sapeva che prima di arrivare al Real Madrid l’argentino fosse stato un giocatore del Locarno? Quando il Pipita è arrivato ai Blancos dal River Plate per qualche giorno è stato parcheggiato nella squadra di serie B svizzera, formalmente coinvolta nell’operazione. Il Locarno lo ha acquistato per 6 milioni di euro e lo ha rivenduto subito dopo per 18. Dodici milioni di differenza, finiti per il 50 per cento nelle tasche della Haz, società al centro di innumerevoli operazioni di trasferimento dal Sudamerica all’Europa e in quel momento legata al River.

Il ruolo di Arribas, capo 007 argentini – Tra i soci della Haz c’era Gustavo Arribas. Mentre l’indagine sul passaggio di Higuain dal River al Real via Locarno veniva insabbiata, ricostruisce L’Espresso, Arribas ha fatto carriera. Il nuovo presidente argentino Mauricio Macrì lo ha nominato capo dei servizi segreti. Prima però si era occupato anche del passaggio del laterale juventino Alex Sandro al Porto attraverso un’operazione che ha fatto ricche diverse società e persone, tra cui proprio Arribas. I 9,6 milioni versati dal Porto sono infatti formalmente finiti al Club Atletico de Paranà e al Maldonado, chiacchieratissima società uruguaiana al centro di diverse operazioni. In questo caso, il club ha incassato su un conto svizzero gestito dalla Hsbc ben 6,1 milioni di euro. Secondo i documenti di Football Leaks in quel momento dietro il Maldonado c’era proprio Arribas.

Iturbe aveva 3 proprietari – E chi invece era il vero proprietario di Juan Manuel Iturbe? Quando approdò in Europa, al Porto, nel 2011 Iturbe era ancora minorenne. Arrivò dal Cerro Porteno, che ne possedeva davvero solo il 25%. Il resto del suo cartellino era della Pencil Hill Limited, che cedette davvero al Porto solo il 35% del giocatore e stipulò un accordo con il club che gli permetterà poi di ricevere il 40 per cento sui trasferimenti futuri. Ma non finisce qui, perché lo stesso Porto – subito dopo l’acquisto – cedette a sua volta il 15% di Iturbe alla Soccer Invest Fund. Iturbe aveva quindi tre proprietari. Che gioirono quando il ragazzo passò al Verona e poi alla Roma, rispettivamente per 15 e 20 milioni di euro. Dell’affare se ne occupò Gustavo Mascardi, lo stesso agente che si era interessato del trasferimento di Paulo Dybala al Palermo di Zamparini. Inciso: anche Dybala era gestito all’epoca dalla Pencil Hill, ufficialmente intestata a un commercialista britannico. Finita qui? No, perché il contratto stipulato da Verona e Roma per la cessione di Iturbe, prevedeva che una società neozelandese, la Lastcard, ricevesse 1 milione più Iva e che avrà anche il 20 per cento sul prossimo trasferimento di Iturbe. Il rappresentante della Lastcard è proprio Mascardi. E la società, alcuni mesi dopo, ha trasferito i suoi diritti alla Delta Limited, registrata a Panama.

Capello, benefattore a pagamento? – È curiosa anche la storia di Fabio Capello e delle partite di beneficenza organizzate da Leo Messi. I documenti di Football Leaks hanno permesso di ricostruire che che Don Fabio ha incassato attraverso società estere 75mila euro per sedere in panchina in alcune partite del “Leo Messi & friends” a Chicago, Lima e Los Angeles. I leaks sembrano parlare chiaro: 75mila euro per tre appuntamenti, hotel a cinque stelle e voli in business class contrattati dalla Players Image con Capello. Sarebbe poi stata la Players a versare una somma identica alla Doyen, che gestisce i diritti d’immagine di molti campioni, che poco dopo emette una fattura per 10mila dollari indirizzata all’ex allenatore del Milan per “commissione dovuta per Lionel Messi matches”. La Doyen, insomma, avrebbe fatto da intermediaria tra la Players e Capello, il quale ha negato tutto.

Articolo Precedente

Football leaks, L’Espresso rivela gli affari offshore del mondo del calcio. Ronaldo e Mourinho in testa

next
Articolo Successivo

Referendum, il ricatto sulla crisi bancaria non ha funzionato. Ma Renzi lascia al successore un’eredità avvelenata

next