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“Hotel La Sonrisa frutto di abusi edilizi”. Condannati fratello e moglie del “Boss delle cerimonie”

Per Agostino Polese e Rita Greco condanna a un anno di arresto e 30.000 euro di ammenda. Ora l'immobile potrebbe essere confiscato e diventare un bene dello Stato
“Hotel La Sonrisa frutto di abusi edilizi”. Condannati fratello e moglie del “Boss delle cerimonie”
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L’Hotel La Sonrisa di Sant’Antonio Abate, location del celeberrimo reality ‘Il Boss delle Cerimonie’, è il frutto di una lottizzazione abusiva compiuta nel tempo dai familiari di don Antonio Polese. Quindi il bene potrebbe essere confiscato e acquisito al patrimonio pubblico. Questa la sentenza firmata dal giudice unico del Tribunale di Torre Annunziata Concetta Criscuolo che ha accolto la sostanza delle tesi della Procura guidata da Alessandro Pennasilico e le richieste del pm Silvio Pavia, e ha condannato a un anno di arresto e 30.000 euro di ammenda Agostino Polese e la signora Rita Greco. Assolti altri due imputati.

Il magistrato ha ritenuto sussistente la lottizzazione abusiva e ha disposto di conseguenza la confisca dell’immobile. Agostino Polese e Rita Greco sono rispettivamente uno dei fratelli e la moglie del ‘Boss delle Cerimonie’. Don Antonio Polese (ma il suo vero nome è Tobia), recentemente ricoverato in ospedale per scompensi cardiaci dai quali si è rimesso, non compare nelle carte del rinvio a giudizio. E’ ritenuto solo uno dei gestori di fatto del complesso turistico, privo di responsabilità per gli abusi edilizi seriali che hanno consentito il sorgere de La Sonrisa. L’hotel fu sequestrato cinque anni fa con un decreto del Gip Nicola Russo, ma rimase aperto al pubblico perché la Procura concesse ai proprietari la facoltà di proseguire l’attività imprenditoriale.

La confisca del mega albergo dei matrimoni non è automatica, ed è lecito ritenere che i condannati presenteranno ricorso in Appello. Ma a prescindere da un’eventuale prescrizione dei reati contestati, la lottizzazione abusiva, se confermata nel merito dei successivi gradi di giudizio, potrebbe far scattare comunque l’acquisizione al patrimonio pubblico dell’imponente hotel reso celebre dalle trasmissioni della Rai, di Real Time e da un film di Matteo Garrone. Di diverso avviso i legali del collegio difensivo, secondo i quali, poiché il giudice ha disposto il provvedimento anche relativamente alle proprietà degli imputati assolti, la confisca potrebbe decadere.

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