2012  – Viva l’Italia viva
E’ il gran finale della campagna elettorale per le primarie da candidato premier poi stravinte da Pierluigi Bersani. Forse non è un caso che a quella Leopolda partecipano di nuovo Davide Serra, finanziere, e Pietro Ichino, giuslavorista, non proprio eroi del popolo della sinistra, compresa quella sindacale. Ci sono
amministratori locali, il vice di Confindustria Ivan Lobello, l’ecodemocratico Ermete Realacci.

Il duello con Bersani consuma di ulteriore propaganda il palco di Firenze. E’ più una chiamata al voto che un confronto sulle idee. E’ l’anno di una delle sue frasi più celebri: “I sondaggi? Un leader non li commenta li cambia”. Parla a tutti coloro che hanno voglia di cambiare il partito: “Siamo gli unici che sono in diritto di cambiare le cose perché siamo gli unici non invischiati nella gestione fallimentare degli ultimi 20 anni”. Tradotto, ancora rottamazione. Rivendica il fatto che il Pd abbia superato il 30 per cento e contesta ai dirigenti del Pd di “seguire Casini”, il più grande sostenitore del governo Renzi e delle sue riforme, compresa quella costituzionale. “Mentre i partiti cambiavano il proprio leader nel mondo, da noi cambiavano i nomi dei partiti: i leader no” ripete e suona strano risentire le stesse parole – una dopo l’altra – mentre polemizza con i vecchi leader sul referendum.

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Leopolda 2016, Renzi e la convention extra Pd: com’è cambiato il posto in cui il futuro non diventa mai presente

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