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Il ritorno del Settebello: avviato il restauro del treno di lusso. Fu un vanto del made in Italy a partire dagli anni ’50

Il suo vero nome è "Elettrotreno rapido 300": costruito a inizio anni '50 era un mezzo all'avanguardia, dotato di una moderna tecnologia che gli permetteva di raggiungere i 180 km/h. I pregiati interni furono progettati dai celebri architetti Giò Ponti e Giulio Minoletti
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Si chiama Elettrotreno rapido 300, o ETR300, ma è diventato famoso come “Settebello“: è il treno di lusso che per 40 anni è stato il vanto delle ferrovie italiane. In disuso dal 1992, questa mattina il Settebello è arrivato a Voghera, dove gli uomini dell’Officina Manutenzione Ciclica di Trenitalia si occuperanno del restauro. Nelle officine lombarde verranno effettuate le attività di bonifica e pulizia del convoglio. Negli anni ’80 un restyling snaturò il pregio degli interni originali; il nuovo progetto di ristrutturazione mira a restituire al treno l’antico lusso, grazie al quale era diventato motivo di invidia per gli altri Paesi. Costo dell’operazione: 8 milioni di euro che verranno reperiti tramite bandi di finanziamento europei. Quando le operazioni di recupero e restauro verranno terminate, l’ET300 diventerà un treno turistico di alto livello.

Furono gli operai che si occuparono della costruzione del treno a soprannominarlo “Settebello”, richiamando l’alto valore della carta da gioco e riferendosi al fatto che il treno era composto da sette carrozze. All’epoca della costruzione era un treno all’avanguardia: raggiungeva i 180 km/h, era dotato di un’estetica avveniristica e pieno di contenuti tecnologici. Il design della parte frontale ricordava quella dei jet di linea ed era composto da una grossa vetrata dalla quale i passeggeri della prima classe potevano godere di un’ottima visuale, comodamente seduti sui divani di un salottino belvedere. La cabina di guida era invece posta al piano superiore rispetto agli alloggi dei passeggeri. Gli arredi e i lussuosi scomparti interni furono progettati dai celebri architetti Giò Ponti e Giulio Minoletti.

Il treno era stato abbandonato a Falconara Marittima, dove la ruggine graffiti ne hanno mangiato livrea e fasti. Il viaggio di trasferimento, dal luogo dell’abbandono fino a Voghera, è stato compiuto nella notte tra il 17 e il 18 agosto.

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