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Muos, Riesame ordina il dissequestro del sistema di comunicazioni militari Usa

Via libera al ricorso presentato dall'avvocatura dello Stato contro il sequestro deciso il 6 giugno scorso dal Tribunale di Caltagirone. Per il tribunale di Catania "non ci sono vizi negli atti amministrativi" e di questo "i giudici penali non possono non tenere conto"
Muos, Riesame ordina il dissequestro del sistema di comunicazioni militari Usa
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Nuovo dissequestro per il Muos, il sistema di trasmissione radar militare costruito dagli Stati Uniti a Niscemi, in provincia di Caltanissetta. A deciderlo la quinta sezione del Tribunale del riesame di Catania che ha accolto la tesi dell’avvocatura dello Stato, in rappresentanza del ministero della Difesa. Via libera dunque al ricorso presentato contro il sequestro deciso il 6 giugno scorso dal Tribunale di Caltagirone. I sigilli erano stati disposti per violazione del vincolo paesaggistico di inedificabilità assoluta presente in una riserva naturale, al quale sono sottoposte anche le costruzioni di carattere militare.

Nel febbraio del 2015, invece, i giudici del Tar avevano stabilito che il sistema è pericoloso per la salute dei cittadini. Adesso, invece, il Tribunale del riesame di Catania ha ritenuto di “non potere prescindere dalle valutazioni” del Consiglio di giustizia amministrativa che il 6 maggio scorso ha accolto la richiesta del ministero della Difesa e dichiarato inammissibile l’appello incidentale proposto da Legambiente sui procedimenti amministrativi riguardanti la realizzazione della stazione di trasmissioni militare.

Per il Tribunale del riesame “non ci sono vizi negli atti amministrativi” e di questo “i giudici penali non possono non tenere conto”. I giudici di Catania avevano acquisito integralmente la verifica sull’impianto su eventuali danni alla salute dellfe persone disposto dal Consiglio di giustizia amministrativa. Sostanzialmente per i Tribunale del riesame le autorizzazioni per realizzare l’opera erano legittime e il Muos non è più abusivo e quindi ha disposto “la revoca del decreto di sequestro emesso il 31 marzo del 2015 dal Gip di Caltagirone e la restituzione del Muos al ministero della Difesa”. La procura di Caltagirone ha comunque la possibilità di ricorrere in Cassazione contro questa decisione.

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