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Gianfranco Bianco, morto il giornalista Rai. “Volto e voce che meglio hanno rappresentato il Piemonte”

In pensione da un anno, da tre era affetto da un tumore alle vie bronchiali. Diventato famoso con il Tg3 regionale, ha continuato a svolgere il suo lavoro anche dopo avere scoperto della sua malattia
Gianfranco Bianco, morto il giornalista Rai. “Volto e voce che meglio hanno rappresentato il Piemonte”
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E’ morto a 64 anni il giornalista Gianfranco Bianco, “il volto e la voce che meglio hanno saputo rappresentare il Piemonte”. Così l’ha definito il collega Michele Ruggiero, che per primo ha dato notizia della sua morte al notiziario mattutino di Radiouno. Bianco, in pensione da un anno, da tre era affetto da un tumore alle vie bronchiali, malattia che, come ricorda la Stampa, ha affrontato con grande forza di volontà, al punto da tornare a essere, nel 2014, il volto della diretta Rai al Concerto di Ferragosto nel Cuneese.

Originario di Fossano, in provincia di Cuneo, qui Bianco aveva mosso i primi passi a la Fedeltà, settimanale diocesano all’epoca diretto dallo zio, don Giorgio Martina. Subito dopo è arrivata la chiamata alla Gazzetta del Popolo, come corrispondente da Fossano prima e poi come responsabile della redazione di Cuneo. Un anno dopo il fallimento del quotidiano, nel 1982, l’approdo in Rai: qui, dopo essere divenuto uno dei volti noti del Tg3 regionale del Piemonte, Bianco ha messo nel cassetto il sogno di avviare una corrispondenza per la Rai da Buenos Aires quando, pochi mesi dopo l’elezione di Papa Francesco che aveva raccontato dall’Argentina, ha scoperto di avere un tumore.

Come riporta il quotidiano torinese, numerosi (anche sui social network) sono stati i messaggi di cordoglio alla notizia. A partire da quello del presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, che alla Stampa ha detto: “Era un attento cronista, dai modi garbati e a tratti ironici, un profondo conoscitore del nostro territorio, vicino alle persone e alle storie che raccontava dal piccolo schermo”. Un giornalista, prosegue Chiamparino, “che descrisse con attenzione il Piemonte e Torino seguendo da vicino i grandi e piccoli fatti che ne tratteggiarono la trasformazione degli ultimi trent’anni, non ultima la straordinaria esperienza delle Olimpiadi Invernali del 2006”.

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