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Roma, il tramonto della Cultura: finito il “Veltronismo”, la Capitale si è spenta - 11/14

E' stata poco più di un fuoco fatuo il sogno di Francesco Rutelli e Walter Veltroni. Se nei primi anni 2000 la Notte Bianca, la nascita dell'Auditorium, la Festa del Cinema e le varie 'Case' avevano illuminato una città che voleva competere con le grandi capitali europee, oggi quell'effervescenza resta poco o nulla, gli eventi sono un ricordo e molte istituzioni fiorite in quegli anni sono in difficoltà perché si reggevano sulla capacità del sindaco di attrarre sponsor privati: non si era pensato alla loro autosostenibilità economica. Così con i cambi di amministrazione e la crisi, molte hanno rischiato o rischiano la chiusura
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Notte Bianca

 

NOTTE BIANCA, DOPO L’EFFERVESCENZA (E ALEMANNO) LE LUCI SI SONO SPENTE
Un’altra notte è stata per anni il simbolo di una città accesa, vitale, della Roma immaginata da Veltroni. Poi, nel 2008, il primo atto di Gianni Alemanno sindaco – preavviso del clima culturale che sarebbe durato anche negli anni a venire – fu quello di tagliare i fondi per la Notte Bianca. “La prima era costata 3 milioni, 1,5 milioni dalla Camera di Commercio, 1,5 milioni dal Comune – spiega Fabio Severino – e il risultato fu strepitoso. Con i musei aperti, concerti e spettacoli in ogni angolo fino all’alba e centinaia di migliaia di persone in strada, all’una di notte finì il caffè in tutto il centro di Roma, nessuno si aspettava flussi del genere. L’evento portò nei luoghi della cultura gente che non ci aveva mai messo piede”. Fu un’idea strepitosa, me che non ha creato nulla: “Se il Comune mette 3 milioni su un evento che muove 2 milioni di persone e crea volumi di consumi inaspettati con centinaia di migliaia di arrivi, aerei, treni, ristoranti e alberghi pieni, dovrebbe poi fare in modo che l’evento cominci a camminare sulle proprie gambe, essere a mercato. Le risorse pubbliche devono essere un facilitatore e poi un contributo, non un motivo. Invece non è accaduto nulla. Venuti meno i fondi pubblici, l’evento è progressivamente morto”.

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