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Vespa, quei viaggi a 70 all’ora in sella alla sorella minore PX

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POSTER STORICO VESPA

Settant’anni di lei. Icona delle stile italiano e di libertà. La Vespa è una delle cose meglio riuscite nel nostro Paese, almeno nel ventesimo secolo.

Di elogi a questo mito, nel giorno del suo compleanno ne troviamo ovunque. Un modello che però spesso passa sotto traccia è la PX.

Conosciuta perché ha introdotto le frecce ed è stata un simbolo degli anni 80, dai puristi dello scooter italiano è sempre stata un po’ snobbata.
Un po’ per le frecce, un po’ per il design squadrato (presentato come “Nuova linea”), faceva iniziare una nuova epoca per la portabandiera della Piaggio.

Però una cosa bisogna dirla: il PX ha venduto oltre tre milioni di esemplari. È entrato sul mercato 40 anni fa e di fatto non ci è uscito.

Oggi, il PX è ancora nel listino della Piaggio. Il design è identico a quello del 1977, e se un mezzo dura così tanto vuol dire che ha qualcosa di speciale, un po’ come è stato per il Maggiolino o la 2 Cavalli.

Per Quartamarcia il legame affettivo con il PX è fortissimo. Il battesimo con i veicoli d’epoca, infatti, è iniziato con un 125 del 1983 comprato a Castions di Strada, un paesino di campagna in provincia di Udine. Da qui si è aperto un mondo di viaggi nuovi. Quelli a 70 all’ora, quelli che le vibrazioni della Vespa ti tolgono la sensibilità a tutti gli arti, che ti congeli la faccia d’inverno, che quando piove premere il freno posteriore è autolesionismo.

Da quel brevetto di Corradino D’Ascanio ne è passato di tempo. Per questi settant’anni gli auguri alla Vespa li facciamo con due colpetti di clacson.

E intanto noi, cresciuti con le frecce, ci prepariamo per festeggiare i 40 anni dell’immortale PX.

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