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Pietro Maso ricoverato in una clinica psichiatrica per gravi turbe mentali

Secondo don Antonio Mazzi nell'ultimo periodo la sua situazione personale si sarebbe aggravata a causa della separazione e dell'instabilità economica. Il sacerdote gli offre ospitalità: "Non va lasciato solo". A inizio marzo le due sorelle sono finite sotto protezione per aver ricevuto minacce di morte dal 44enne
Pietro Maso ricoverato in una clinica psichiatrica per gravi turbe mentali
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Pietro Maso è ricoverato da giovedì 3 marzo in una clinica psichiatrica nel Veronese. Maso, 44 anni, è uscito dal carcere nel 2013, dopo aver scontato 22 dei 30 anni di reclusione a cui era stato condannato per l’omicidio, avvenuto a Montecchia di Crosara il 17 aprile 1991, dei suoi genitori, massacrati a colpi di pentole con l’aiuto di alcuni amici.

A quanto riporta il Corriere della Sera la struttura è la Santa Giuliana. Il ricovero è stato deciso “in seguito a un episodio – si legge invece su l’Arena- i cui contorni risultano ancora da chiarire, in cui (Maso, ndr) avrebbe manifestato turbe della personalità e squilibri mentali“.
In particolare, sarebbe stato visto a Cerna, probabilmente alla ricerca di un colloquio con don Guido Todeschini, il suo ex padre spirituale che lo ha sempre aiutato negli anni del carcere. E da lì sarebbe partito l’intervento che lo ha portato al ricovero in una clinica, secondo il quotidiano veronese.

La conferma arriva da don Antonio Mazzi. Secondo il sacerdote negli ultimi giorni la situazione personale di Maso si sarebbe aggravata per una serie di problemi, dalla separazione, all’instabilità economica, alla disoccupazione. Don Mazzi ha confermato la disponibilità ad ospitare Maso nella sua comunità Exodus “perché – ha spiegato – non bisogna lasciarlo solo”.

Negli ultimi mesi, dopo il fallimento del progetto di un centro di recupero da aprire in Spagna, erano arrivati a essere molto tesi anche i rapporti tra lui e le sorelle Nadia e Laura costrette a rivolgersi alle forze dell’ordine dopo aver ricevuto, secondo l’accusa, alcune minacce di morte dal fratello. Nei giorni scorsi i carabinieri di San Bonifacio avevano intensificato i controlli a protezione delle due donne.

A fine dicembre Nadia Maso incontrò il fratello nella sede di Telepace a Cerna (Verona) dove l’uomo ancora lavorava e ne rimase sconvolta. “L’ho visto in uno stato confusionale e di onnipotenza – aveva ricordato la donna – L’ho trovato con deliri euforici che mi hanno lasciato basita e spaventata e mi hanno ricordato lo stato in cui versava nel 1991 prima degli omicidi”.

A metà gennaio Maso in un’intervista al settimanale Chi raccontò di aver scritto una lettera a Papa Francesco in cui si scusava per quello che aveva fatto e di aver ricevuto qualche giorno dopo una telefonata dal Pontefice. “Ora – aveva detto in quell’occasione Maso – dedicherò la mia vita agli altri”.

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