Omeopatia ‘non scientifica ma utile’ in pediatria? Non illudiamo i genitori
L’11 gennaio è apparso nella sezione “Medicina” di Repubblica.it un articolo di Elvira Naselli, che inviterei a leggere con attenzione. Il titolo è eloquente: “Misteriosa omeopatia: utile e non scientifica”. Catenaccio: “Medicina dolce. C’è troppa discrezionalità da parte del medico. Che invece deve essere coscienzioso e riconoscere i limiti della terapia.”
Chi ha letto i miei post sa che io come chimico sono prevenuto verso l’omeopatia (dite pure che sono “di parte”) perché nessuno mi ha dimostrato che oltre una certa diluizione sia possibile distinguere non solo i cosiddetti “medicinali omeopatici” dall’acqua con cui si diluisce, ma neppure che sia possibile differenziarli tra di loro se si rimuovono le etichette. “The National Health and Medical Research Council”, un ente australiano che potremmo considerare il nostro Istituto Superiore di Sanità, ritiene che non esista alcuna affidabile evidenza clinica di qualsiasi efficacia dell’omeopatia in una qualsiasi patologia: “Based on the assessment of the evidence of effectiveness of homeopathy, NHMRC concludes that there are no health conditions for which there is reliable evidence that homeopathy is effective.”
Direi che questi siano ottimi punti di partenza per capire i “limiti della terapia” da parte di un “medico [o giornalista] coscienzioso”.
Ma torniamo all’articolo di Repubblica. Apprendiamo che la “più importante scuola di omeopatia al mondo” (più importante con quali criteri?) si è tenuta a Praga il 20 e 21 novembre 2015.

Curioso che l’inviata di Repubblica ne dia notizia solo adesso. Curiosa anche la definizione “misteriosa” (mai sentito parlare di effetto placebo?). Invece per quanto riguarda “l’utile ma non scientifica”, il Dr. Francesco Macrì ci illumina: “…gli studi clinici dovrebbero essere svolti in strutture pubbliche, dove ci sono grandi difficoltà…. Se si dovesse poi superare questa difficoltà c’è il problema della pubblicazione, poiché le grandi riviste tendono a rifiutare lavori scientifici sull’omeopatia”. Chissà perché mai le grandi riviste sarebbero così scettiche nei confronti dell’omeopatia.
E i risultati? Che dire di questi? “…Robert Dumont (della Northwestern University) nel suo centro… ha in cura oltre 3000 bambini autistici. Dumont ha osserveto [osservato] miglioramenti per sintomi come aggressività, collera, dondolamenti, difficoltà di concentrazione…”
Non mi è chiaro da dove saltino fuori i 3000 bambini autistici, se nella sua relazione il dottore afferma di averne visti 25 e descrive solo qualche caso clinico.

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