Più della metà delle scuole si trova in zone a rischio sismico; quattro edifici su dieci hanno una manutenzione carente, oltre uno su cinque presenta lesioni strutturali. “E l’anagrafe dell’edilizia scolastica è un’opera non aggiornata e incompleta”, dice Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale del settore scuola dell’organizzazione Cittadinanzattiva che oggi presenta a Montecitorio il tredicesimo rapporto sulla sicurezza, la qualità e l’accessibilità della scuola. Alle migliorie annunciate da viale Trastevere l’associazione ha risposto con i numeri (sono state messi alla prova 98 istituti) e le testimonianze rilevando che sul portale “La scuola in chiaro”, ci sono scuole che hanno solo l’icona “edilizia” ma non hanno i dati o li registrano in maniera parziale.

Un giudizio negativo che non risparmia nemmeno il filone #scuolebelle del piano Renzi per l’edilizia scolastica: un dirigente su tre non ha richiesto l’intervento realizzato e sette su dieci hanno raccontato a Cittadinanzattiva che la propria sede aveva bisogno di muratori per questioni più urgenti relative a tetti, servizi igienici, solai e controsoffitti. La Bizzarri ha un giudizio netto sulla questione: “Vorremmo poter condividere l’ottimismo del ministero dell’Istruzione quando afferma che con l’anagrafe ‘conosciamo le condizioni di ogni edificio scolastico’ e che in quattro anni tutte le scuole saranno sicure. In realtà l’anagrafe dell’edilizia scolastica, come dimostriamo oggi, presenta dati, per una parte dei comuni e delle regioni, ancora approssimativi, non aggiornati, poco chiari. Meglio evitare toni rassicuranti sulla sua reale efficacia e sullo stato delle scuole italiane”. La situazione, per certi versi, è persino peggiorata rispetto allo scorso anno: se nel rapporto 2014 (erano stati monitorati 213 edifici in 14 regioni) era stata registrata la mancanza di carta igienica nel 40% dei bagni e di sapone nel 44% dei casi, quest’anno (101 scuole monitorate in 13 regioni) le cifre aumentano a 42% per quanto riguarda la carta igienica e 53% per il sapone. Un trend negativo che non riguarda solo l’igiene.

Anagrafe dell’edilizia scolastica – “Cittadinanzattiva” ha puntato la lente d’ingrandimento su 98 scuole controllate sulla sezione “La Scuola in Chiaro” del Miur facendo i raggi x ai dati inseriti sotto l’icona “edilizia” introdotta a partire dal 7 agosto scorso. Sono state prese in esame le seguenti voci: la presenza della scuola sul portale e quella dell’icona “edilizia” andando a vedere se ci sono i dati e in modo particolare puntando gli occhi sulla sottovoce “Stato di conservazione del corpo di fabbrica”. Ne esce una fotografia per nulla rassicurante: due scuole non sono presenti; altre due non hanno la dicitura “edilizia”; 21 hanno la voce in questione ma non i dati e altre 39 li hanno solo parziali. Lacune che riguardano soprattutto le regioni che hanno provveduto a fornire i numeri solo alla fine di giugno: Campania, Sicilia, Lazio, Sardegna, Basilicata e Calabria. L’associazione guidata dalla Bizzarri, pur prendendo atto del fatto che i dati saranno aggiornati il prossimo 31 gennaio 2016, ha fatto notare che “è essenziale inserire il periodo di rilevazione perché per anni non si sono aggiornati i numeri forniti dai Comuni”.

#scuolebelle – Per “Cittadinanzattiva” è un fallimento. Lo dicono i dirigenti scolastici che hanno risposto alle domande che sono state formulate per la stesura del rapporto. L’idea di impiegare i lavoratori socialmente utili per imbiancare le aule o per compiti di manovalanza non è piaciuta a molti presidi: uno su cinque ha apprezzato l’impegno ma ha ammesso che non erano all’altezza delle mansioni assegnate. Lavori che sono stati fatti a scuole aperte: nel 42% dei casi gli operai hanno messo piede nelle aule quando gli studenti erano all’interno dell’edificio, magari scegliendo l’orario pomeridiano o facendo ruotare gli alunni in altre classi. L’operazione #scuolebelle è andata in scena soprattutto nelle regioni meridionali: una scelta criticata da “Cittadinanzattiva” che ha ricordato come Sicilia, Campania, Calabria e Lazio abbiano il maggior numero di edifici in zone ad elevato rischio sismico e quindi necessiterebbero di interventi ben più radicali piuttosto che quelli di piccola manutenzione. Da citare il caso, presentato nel rapporto, dell’istituto “Nicotera Costabile” di Lamezia Terme dove la tinteggiatura fatta grazie ai soldi di #scuolebelle, si è sciolta con le prime piogge.

Migliora lo stato degli edifici ma peggiora la sicurezza interna – Il malato “scuola” ha qualche cenno di miglioramento su questo fronte: se nel 2014 erano tre scuole su quattro ad avere lesioni strutturali, oggi sono una su cinque. Le difficoltà economiche degli enti locali (proprietari della maggior parte degli edifici), tuttavia, si sentono: nel caso di richiesta di manutenzione strutturale, infatti, nel 45% delle situazioni (16 punti percentuali in più rispetto il dodicesimo dossier) l’ente non è intervenuto. Peggiora anche la situazione sul fronte della sicurezza interna: sono aumentati i casi in cui mancano le scale di sicurezza (+3%) e le porte antipanico nei bagni (+20%).

I problemi di sempre – Non cambia la situazione sul fronte delle certificazioni: solo una scuola su tre possiede il certificato di agibilità statica e solo il 35% (stesso dato dello scorso anno) ha il certificato di agibilità sanitaria. Preoccupante l’omertà su questo tema: per il 37,5% il dato non è noto al responsabile del Servizio prevenzione e protezione. Nulla di nuovo sotto il sole anche sul fronte dell’abbattimento delle barriere architettoniche dove i dati restano più o meno invariati confermando il fatto che nei bagni (13%), nelle palestre (12%), nelle aule (17%) esistono ancora ostacoli per i ragazzi diversamente abili.

Meno incidenti – L’unico dato in netta controtendenza rispetto allo scorso anno è quello degli incidenti accorsi a studenti e personali scolastico: ce ne sono stati 426 in meno. Minori (-49) anche gli interventi del 118 che si sono fermati a 45 e anche i trasferimenti in ospedale che sono passati da 53 a 40. Un dato che va letto in rapporto anche agli edifici monitorati.

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