“Non mi convince eliminare un’imposta che esiste in tutti i Paesi occidentali, che è la principale entrata per i comuni che devono erogare una grande quantità di servizi ai cittadini ed è l’unico caso di imposta per la quale si può misurare la corrispondenza fra quanto si paga e quanto si ottiene”. L’imprenditore triestino Riccardo Illy, già governatore del Friuli Venezia Giulia, spiega a ilfattoquotidiano.it le ragioni del suo intervento fuori dal coro nel corso dell’incontro tra Matteo Renzi e gli imprenditori riuniti a Cernobbio, non senza biasimare Pier Carlo Padoan per le mancate promesse sull’imposta unica. La sua proposta alternativa, è di sospendere metà delle imposte pagate sugli utili delle imprese fino a quando questi ultimi non vengono girati agli azionisti sotto forma di dividendi. I soldi rimarrebbero così nell’impresa che sarebbe incentivata a rinvestirli e a fare la sua parte nello stimolo dell’economia. Renzi l’ha respinta al mittente (“dà fiducia”), ma la scelta del presidente del Consiglio “porta male“, sia a chi realizza quel tipo di progetti, sia al Paese: “Certe volte i politici si fissano e diventano prigionieri delle loro promesse. Magari gli è scappata e adesso si sentono in dovere di difenderla fino in fondo” di Franz Baraggino e Gaia Scacciavillani

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