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Donazioni di sangue, se non l’avete mai fatto pensateci

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Quando parliamo di donare, di solito pensiamo al denaro, o al tempo, o alla nostra professionalità messa a disposizione di chi ne ha bisogno. Più raramente pensiamo a qualcosa che riguarda il nostro corpo. Eppure in Italia un milione e settecentomila persone donano il loro sangue, un gesto che salva la vita. E che potremmo decidere di fare anche noi. Per tanti motivi. Perché il bisogno di sangue è in costante aumento sia per l’invecchiamento della popolazione sia per gli innegabili passi avanti fatti dalla scienza in campo medico (con la sperimentazione di cure sempre più numerose e innovative). Perché il sangue risulta indispensabile per moltissime terapie e non solo nelle situazioni di emergenza. Perché il sangue non si produce in laboratorio e il fabbisogno annuo in Italia è di 2.400.000 unità di sangue intero e più di 1.000.000 litri di plasma.

Così, chi ha la fortuna di godere di una buona salute può ringraziare il destino benevolo ricordandosi che la sua donazione potrebbe risultare fondamentale per malati oncologici o per persone con emorragie derivate da traumi, operazioni, trapianti. Per sensibilizzarci alla causa della salute pubblica forse dovremmo solo tenere a mente quali risorse metteremmo in campo per un figlio, un genitore, un amico fraterno. Il primo gesto per uscire da se stessi è semplice: basta cercare di allargare l’orizzonte-generosità partendo dal proprio cortile di casa.

Per donare sangue si può scegliere oltre all’Avis (www.avis.it), la Croce rossa (www.cri.it/sostienilacrocerossa) oppure la Fidas -Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue (Fidas.it). Sono tutte associazioni che hanno come unico scopo (senza discriminazione di razza, sesso, religione, lingua, ideologie politiche) la solidarietà. Se non avete mai donato sangue, fateci un pensiero: non c’è nulla di più nobile, in un momento di forza (ergo di salute) che combattere assieme a chi questa forza non la possiede. E se invece avete consigli, testimonianze, esperienze dirette che riguardano il vasto (e confortante) mondo del volontariato, fate sentire la vostra voce. Un coro solidale non risolve tutti i problemi, certo, ma aiuta a non dimenticare che una società migliore nasce anche da una moltitudine di gesti concreti. Infine, per continuare il flusso positivo vi ricordo che in Italia ci sono 5 milioni di volontari, cinque milioni di persone che sanno ancora pensare al plurale e assumersi delle responsabilità per il bene comune.

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