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Giubileo 2015, padre Lombardi: “Papa non ha chiesto amnistia ad autorità”

"Le parole del Papa sui carcerati nella lettera a monsignor Rino Fisichella non sono un appello di carattere giuridico: si tratta di una lettera interna alla Chiesa, non alle autorità italiane", spiega ai giornalisti il portavoce vaticano
Giubileo 2015, padre Lombardi: “Papa non ha chiesto amnistia ad autorità”
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Il Papa auspica un’amnistia per i detenuti in vista del Giubileo, ma subito dopo il portavoce del Vaticano precisa l’esatta interpretazione della lettera inviata dal pontefice a monsignor Rino Fisichella. “Le parole del Papa sui carcerati nella lettera a monsignor Rino Fisichella, in cui afferma che ‘il Giubileo ha sempre costituito l’opportunità di una grande amnistia’, non sono un appello di carattere giuridico: si tratta di una lettera indirizzata a  Fisichella, quindi interna alla Chiesa, non alle autorità italiane”, spiega ai giornalisti il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi. “Se volesse chiedere l’amnistia – ha ulteriormente sottolineato Lombardi – lo farebbe con altre modalità“.

“Il Giubileo – aveva scritto Papa Francesco – ha sempre costituito l’opportunità di una grande amnistia, destinata a coinvolgere tante persone che, pur meritevoli di pena, hanno tuttavia preso coscienza dell’ingiustizia compiuta e desiderano sinceramente inserirsi di nuovo nella società portando il loro contributo onesto. A tutti costoro giunga concretamente la misericordia del Padre che vuole stare vicino a chi ha più bisogno del suo perdono. Nelle cappelle delle carceri potranno ottenere l’indulgenza, e ogni volta che passeranno per la porta della loro cella, rivolgendo il pensiero e la preghiera al Padre, possa questo gesto significare per loro il passaggio della Porta Santa, perché la misericordia di Dio, capace di trasformare i cuori, è anche in grado di trasformare le sbarre in esperienza di libertà”.

Nella stessa lettera Papa Francesco annunciava l’intenzione di estendere a tutti i sacerdoti la possibilità di assolvere dal peccato le donne che hanno abortito. “Vuole essere un segno di estensione della manifestazione di misericordia in termini più accessibili e disponibili da parte della Chiesa: non è un’attenuazione del senso di gravità del peccato: la misericordia c’è  ma i sacerdoti che preparano la confessione devono far capire la gravità di questo crimine e aiutare a comprendere in un percorso di conversione. La decisione del Papa non vuole esse in alcun modo un minimizzare la gravità della cosa” ha spiegato sempre padre Federico Lombardi.

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