Un aereo “fantasma” ha abbandonato la sua rotta, ha puntato sulle piste di Fiumicino ed è atterrato senza che nessuno lo avesse visto. Oltretutto su una pista sbagliata, la 25 chiusa al traffico. E’ accaduto nel pomeriggio del 10 luglio, ma su tutta la faccenda è stata messa la sordina. Perché si tratta di un episodio estremamente imbarazzante per tutti. Se ci fosse stato un terrorista al posto del pilota dell’aereo in questione, un sessantenne terrorizzato perché il suo aereo, un Cessna, era finito in guai seri, quel terrorista avrebbe potuto con la stessa facilità arrivare indisturbato sullo scalo romano e forse anche più in là dove voleva: il Vaticano? Palazzo Chigi? Il Quirinale?

L’aereo in questione era un piccolo Cessna 172 marche D-EGTB partito da Marina di Campo (Isola d’Elba) e diretto a Salerno con un piano di volo che per i piccoli aerei di quel tipo prevede una rotta che passa a circa 12 miglia dalla costa. A un certo punto su quell’aereo è cominciato a saltare di tutto: prima l’impianto elettrico, poi i sistemi radio. Il pilota aveva con sé il cellulare, ma probabilmente preso dal panico per quel che gli stava capitando, non l’ha usato, quasi sicuramente non ci ha pensato e sentendosi perso ha fatto quello che al suo posto avrebbero fatto tutti: ha provveduto a mettersi in salvo. Ha visto che era vicino a Roma e non ha esitato a puntare sulle piste di Fiumicino.

La cosa stupefacente è che mentre stava eseguendo queste manovre al di fuori di qualsiasi regola ed estremamente pericolose, per minuti e minuti nessuno l’abbia visto. Non l’ha visto il radar dell’area terminale di Fiumicino, non l’ha seguito il centro che di solito segue gli aerei di quel tipo e anche quelli speciali della polizia o dei carabinieri oppure i Canadair antincendio. E non l’hanno visto neppure i controllori di volo che in quel momento stavano regolando il traffico dalla torre di Fiumicino. A un certo punto hanno intravisto il Cessna sbucare tra i teloni e le impalcature della torre (ci sono i lavori in corso) e sono restati di sale pregando non succedesse la catastrofe. Neanche la difesa aerea si è accorta di nulla. Confermano a ilfattoquotidiano.it i responsabili dell’Aeronautica: «Non siamo stati attivati da nessuno».

Una volta atterrato l’aereo è stato circondato da uno spiegamento di forze eccezionale, come se su quel piccolo velivolo ci fosse davvero un terrorista: macchine della polizia e agenti con i mitra spianati e auto di servizio dell’aeroporto di Fiumicino piene di addetti alla sicurezza. Spaventatissimo per il pericolo corso e terrorizzato pure da tutta quella gente e quelle armi puntate, il pilota è sceso e dopo interrogatori serrati e tre giorni di attesa per effettuare tutti i controlli lo hanno fatto ripartire. All’Enav (l’ente del controllo aereo) confermano l’episodio mentre all’Ansv (l’Agenzia per la sicurezza dei voli guidata da Bruno Franchi) dopo aver qualificato la faccenda come «inconveniente grave», hanno aperto un’inchiesta per capire come sia potuto succedere.

A memoria di chi lavora da decenni a Fiumicino un caso simile si è verificato una volta sola nell’oltre mezzo secolo di attività dello scalo. E quella volta, comunque, la faccenda andò in maniera assai diversa, senza che il velivolo procedesse per minuti e minuti e per svariate miglia come un aereo fantasma e potesse atterrare senza che nessuno se ne accorgesse. In quel caso successe che durante una tempesta un aereo non appartenente a nessuna compagnia e quindi non autorizzato di regola ad atterrare a Fiumicino, fu fatto scendere per emergenza dopo che le piste erano state opportunamente sgomberate e dopo che tutto l’aeroporto era stato messo in allarme.

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