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Treccani, una notizia inedita

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I quindicinali come il nostro (figuriamoci poi i suoi due supplementi a cadenza mensile) non possono dedicarsi alla ricerca delle notizie. E si scelgono un’altra funzione, non meno utile, di analizzare, riflettere, cercare di far pensare. Compito non facile. Purtroppo il nostro Paese ha una informazione per lo più asservita a qualche padrone e giornalisti sono per lo più pigri, anche per evitarsi guai. Eppure soprattutto la gestione della cosa pubblica è come una tonnara ribollente di frodi, di malversazioni, di continue violazioni delle buone regole e delle leggi che basta immergere la fiocina e qualcosa si prende sempre.

Questa volta Criticaliberalepunto.it si è divertita a cercare la “notizia inedita”. Non è stato difficile. Il nostro collaboratore, “un travet”, legge qualche carta, smanetta un po’ su Internet per trovare delle conferme, e voilà, viene fuori la “notizia inedita”, che sta sotto gli occhi di tutti ma nessuno ci ha fatto caso, anche se riguarda una delle più prestigiose istituzioni culturali italiane, come la Treccani. Ovviamente nessuno scandalo particolare, siamo abituati a tutto. Che notizia è, dirà qualche lettore, se la Mafia Capitale si interessa oltre che della carta igienica anche della carta paludata e accademica? Ma noi non ci arrenderemo mai e quindi sforniamo la “notizia inedita”.

Qualche volta le notizie circolano, ma bisogna avere la pazienza di guardarci dentro per capirle davvero. E qualche volta per capirle davvero avere un po’ di sana cultura liberale non guasta. Per esempio, vi eravate accorti che lo Stato imprenditore è ancora vivo e la fa da padrone, salvo non dare più posti di lavoro e non tentare più di sanare gli squilibri del Paese, come avrebbe voluto durante il primo centrosinistra degli anni ’60 quel vecchio rompiscatole di Ugo La Malfa? La recente vicenda del salvataggio della Treccani (meglio, dei suoi soci privati) ad opera di un’impresa pubblica è una interessante parabola. E a guardarci dentro bene si può scoprire quella stessa impresa pubblica socia in affari di una delle cooperative più discusse di Mafia Capitale. Il tutto mentre la vera amministrazione dello Stato, quella dei Ministeri e non delle aziende private a capitale pubblico e nomina partitica, viene smantellata, la sua burocrazia (che il liberalismo voleva meritocratica, di carriera e inamovibile in quanto contropotere) sbertucciata e precarizzata. Leggete su questo numero del quindicinale l’intera vicenda poco edificante. Interessa a nessuno?

Naturalmente la “notizia inedita” non ci ha fatto distrarre dal nostro compito principale, e quindi non mancano anche riflessioni sulla avventura politica di Landini che possono far discutere o articoli molto approfonditi sull’arretratezza tutta italiana quando si devono affrontare temi su cui vigono il monopolio della Chiesa cattolica e la subordinazione dei nostri politici. Vedi le e tante altre cose…

Ecco gli indici del quindicinale e del suo supplemento “Gli Stati Uniti d’Europa”.

Clicca sulle immagini qui sotto per scaricare la rivista e il supplemento

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