“Quando ho iniziato come fotografo professionista al National Geographic, il colore non era menzionato nel mio curriculum. Quel giorno, nel 1964, mi trovavo a Washington, precisamente nell’ufficio di Bob Gilka, il direttore responsabile della fotografia per la rivista, che voleva prendermi in considerazione per un possibile stage. Mi ha chiesto ‘Come ti trovi col colore?’. ‘Non mi preoccupa’, ho risposto. Non avrei mai caricato un rullino a colori nella mia fotocamera ma appena tornato a casa, a Minneapolis, l’ho fatto. Da quel momento ho voluto solo lavorare a colori”.

E coi colori William Albert Allard ha raccontato l’America, il suo paese. Si potrebbe parlare giorni, anni, sulla sua scelta di abbandonare il bianco e nero per il colore; ma il punto non è questo. Con quel colore, con la luce, con il suo occhio, Allard restituisce un racconto della sua gente assolutamente empatico. Lo fa in “Portraits of America” dove esplora e immortala, dalle comunità Amish ai cowboy dei rodei, l’America in tutta la sua diversità. Un lavoro esposto nel 2014 al festival internazionale di fotografia Cortona On The Move e che la direzione del festival porta ora a Milano a Area 35 (via Vigevano 35, zona Navigli) con ben 44 stampe a colori, di diverso formato, per Hungry Eyes, la rassegna fotografica dedicata all’alimentazione delle idee, della cultura e della conoscenza. Un evento studiato in occasione di Expo per alimentare la ‘fame’ di conoscenza e permettere di vedere, ammirare, scoprire e saziare una fame culturale di cui ci sarebbe sempre bisogno. E in questa ottica, oltre ad Allard e ai suoi “Portraits of America” (in mostra fino al 30 giugno), il festival internazionale di fotografia Cortona On The Move porterà a Milano, nella stessa sede, altre tre mostre. Si tratta di Land Inc. di TerraProject, un viaggio attraverso Brasile, Dubai, Etiopia, Indonesia, Madagascar Filippine e Ucraina nato per documentare e far riflettere sullo sviluppo neocolonialista (in mostra dal 2 luglio al 1° settembre); Overwhelmed by the Atmosphere of Kindness. Podlaskie di Tomasz Tomaszewski, un progetto sulla regione Polacca Podlaskie (in mostra dal 3 a 29 settembre) che racconta il luogo attraverso le storie e alle contraddizioni dei suoi abitanti; per finire poi con Taking my time di Joel Meyerowitz (in mostra dal 1° al 30 ottobre), una retrospettiva dedicata al lavoro del grande fotografo americano, dagli esordi a New York negli anni Sessanta alla produzione più recente, che ha come nucleo centrale il concetto di movimento.

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