Chi si aspettava una presa di distanza dell’esecutivo, resterà deluso. Gianni De Gennaro resta al suo posto, alla presidenza di Finmeccanica. Dopo la difesa dell’ex capo della polizia al G8 di Genova del 2001 da parte del presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, è arrivata quella del premier in persona. Matteo Renzi, infatti, ha piuttosto preso le distanze dal presidente del Pd, Matteo Orfini, che aveva chiesto le dimissioni del presidente del gruppo della difesa e a nome del governo ha confermato “la fiducia piena per De Gennaro”. Non solo. Renzi ha ricordato di aver confermato l’ex capo della polizia alla presidenza di Finmeccanica dopo il processo per i fatti del G8 e della scuola Diaz “che ha portato alla sua assoluzione. Oggi sarebbe assurdo e inutile aprire una discussione su questo, per rispetto di Finmeccanica e dei suoi azionisti. Il governo non ha alcun dubbio sulla qualità e la competenza di De Gennaro: lo diciamo in modo chiaro”. Non la pensa così il leader di Sel, Nichi Vendola, che proprio mentre Renzi rinnovava l’appoggio ha De Gennaro rilanciava la polemica: “Chi è stato l’artefice della scelta di mettere Gianni De Gennaro alla guida di Finmeccanica, dovrebbe risponderne. Penso che chi lo ha nominato a debba dare spiegazioni di come sia stato possibile. Parlo del Pd”, ha detto. “Capisco che oggi c’è una spinta autocritica nel Pd ma non si è nominato da solo Gianni De Gennaro al vertice di Finmeccanica e forse non c’era bisogno di aspettare una sentenza europea, che ha condannato l’Italia per tortura, che certifica il fatto che nel nostro Paese abbiamo vissuto alcune notti cilene”.  E ancora: “Abbiamo vissuto episodi di violazione dei diritti fondamentali delle persone E che l’allora capo della polizia abbia potuto attraversare indenne quella stagione e quelle successive è lo spaccato di un malcostume che c’è nel nostro Paese. E questo malcostume deve essere interrotto”.

Dall’altro lato della barricata il presidente della commissione Industria del Senato Massimo Mucchetti (Pd) che in mattinata aveva invitato il “prefetto” De Gennaro “a tenere duro” e Renzi a dire la sua sull’argomento, oltre a ricordare che era stato il “presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a volere De Gennaro in Finmeccanica”. Secondo l’ex vicedirettore del Corriere della Sera Orfini chiede le dimissioni di De Gennaro dalla presidenza di Finmeccanica “non per qualche errore od omissione di cui questi si sia reso responsabile nel suo lavoro. No, Orfini torna alla carica perché la Corte europea di Strasburgo, richiamando i tristi fatti del G8 di Genova, censura l’Italia per non aver ancora approvato una legge sulla tortura. Che il prefetto De Gennaro sia stato assolto da ogni imputazione in Italia per il presidente del Pd non rileva. Il suo giudizio è politico”. Quindi l’attacco alla magistratura: “Finmeccanica ha già patito inchieste giudiziarie poco solide che ne hanno minato la stabilità e la concentrazione sul business. Vogliamo prendere atto una buona volta che la lesione della reputazione di un grande gruppo quotato in Borsa, senza che poi le sentenze confermino le accuse, provoca un danno ingente e insensato?”. E ancora: “Come si fa a ritenere vergognosa la presenza di De Gennaro al vertice di Finmeccanica per le violenze di Genova delle quali non porta responsabilità penali e poi a tacere sul rinvio a giudizio per strage deciso dal gip di Lucca a carico dell’amministratore delegato della stessa società, Mauro Moretti? Che senso ha lasciare che il Pd intervenga in modo estemporaneo e politicista sulle nomine fatte, mentre nulla lo stesso Pd disse quando le nomine erano da fare e bisognava fondarle sull’analisi delle performance aziendali e non sulla demagogia rottamatrice, parente dello spoil system?”, ha proseguito il senatore Pd. “De Gennaro l’esame di coscienza se l’è già fatto ed è stato condiviso da chi l’ha nominato. Il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, volle De Gennaro in Finmeccanica. Non dovrebbe essergli impossibile trovare il modo di fa sapere all’opinione pubblica come la pensa. Intanto, signor prefetto, resti serenamente dov’è. In ogni caso, così facendo, servirà il Paese. Se c’è una manovra opaca, l’azionista dovrà prendersi le sue responsabilità e uscire dall’ombra. Se non c’è una manovra, non accadrà nulla e il Pd misurerà l’ influenza reale del suo presidente. Certo, lei, De Gennaro, è un prefetto. E io non so che cosa passa nella testa dei servitori dello Stato che fanno i prefetti in certe situazioni”, ha concluso.

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