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Raffaele Sollecito: “Ero sequestrato. Additato come assassino senza prove”

Il giovane ha deciso di tenere una conferenza stampa per parlare per l'ultima volta del processo dopo la sentenza della Cassazione. Ha ribadito la sua innocenza: "Questa vicenda doveva finire così perché questa è la realtà"
Raffaele Sollecito: “Ero sequestrato. Additato come assassino senza prove”
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“Mi sento come un sequestrato, come un sequestrato tornato in libertà”. Raffaele Sollecito ha deciso di tenere una conferenza stampa per parlare per l’ultima volta del processo dopo la sentenza della Cassazione che ha annullato la condanna della corte d’Assise d’appello di Firenze.

Il giovane pugliese, imputato fino all’altro giorno con Amanda Knox per l’omicidio di Meredith Kercher, parla di un “sequestro insopportabile” e di essere stato “additato come assassino senza uno straccio di prova”. Sollecito parla dell’amarezza di vedere “la propria e vita famiglia fatta a pezzi e sbriciolata per niente, per nulla”. Il giovane ha sottolineato più che volte che sono passati 7 ani e 5 mesi: “Questa vicenda doveva finire così perché questa è la realtà. Sono totalmente estraneo”. Sollecito ha ribadito più volte che non accetterà più di essere chiamato “assassino e mi tutelerò nelle sedi opportune nel caso ce ne fosse bisogno”.

Il ragazzo ha spiegato che il suo incubo è finito quando la sorella gli ha telefonato per annunciare la decisione della Suprema corte. Sollecito ha parlato di volontà di “rinascita” di volere una “normale esistenza” e di voler vivere e pensare agli “affetti” e “progetti” avendo la possibilità di vivere come “un ragazzo della mia età senza fardello”. Parlando dei momenti brutti vissuti negli anni Sollecito ha parlato del suo arresto: “Avevo io dato l’allarme e mi ero messo a disposizione degli investigatori… Quando ero recluso avevo la certezza della mia innocenza e sapevo che prima o poi la giustizia mi avrebbe dato ragione. Non avevo nulla a che fare con quell’omicidio, mi sembrava tutto surreale. Non dimentico nemmeno le offese gravissime nei confronti dei miei familiari. Ho sentito livore nei miei riguardi. Ancora oggi mi chiedo perché di quell’odio che è nelle carte”.

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Rispondendo alle domande dei giornalisti Sollecito ha detto: “A me spiace molto che la famiglia di Meredith sia delusa dalla sentenza, ma questa sentenza è la verità processuale che per questa volta è coincidente con la realtà dei fatti. Io non ho nulla a che fare con questo delitto, non avevano alcun motivo di astio nei confronti di Meredith per essere partecipe a un delitto tanto orribile. Guede non lo conosco affatto, non ho assolutamente da dire su di lui. Per quanto riguarda Amanda l’ho sentita, le ho fatto gli auguri, siamo entrambi felici. Non ho programmi di vederla non so se mai succederà, non c’è questa ansia né desiderio”.  “Tra me e Amanda c’è solo una relazione d’affetto, come tra due ragazzi poco più che adolescenti. Auguro a lei ogni bene”.

L’avvocato Giulia Bongiorno ha chiuso la conferenza dichiarando che “eventuali istanze di ingiusta detenzione saranno valutate, ma per quanto riguarda la responsabile civile dei magistrati non ci sono sentimenti di vendetta nell’animo di Raffaele Sollecito. Non esiste il concetto che un giudice che condanna e poi assoluzione ha sbagliato – ha proseguito l’avvocato che attende le motivazioni della sentenza – Se ci sono stati degli errori vedremo. Sono valutazioni che meritano tempo e distacco”.

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