Ventotto dipartimenti che passano dalla sinistra alla destra e nessuna vittoria al ballottaggio per il Front National di Marine Le Pen. Se l’estrema destra si radica ma non stravince, a cantare vittoria alle elezioni dipartimentali è invece l’Ump dell’ex presidente della Repubblica. “I francesi”, ha commentato Nicolas Sarkozy, “hanno sconfessato in modo massiccio la politica di Francois Hollande e del suo governo senza appello. E’ il fallimento a tutti i livelli della maggioranza di centrosinistra”. I risultati finali vedono 60 dipartimenti alla coalizione di destra, 30 ai socialisti e nessuno al Front National.

La campagna elettorale per le amministrative ha avuto un sapore poco locale e fin dall’inizio è stata il banco di prova per le presidenziali del 2017. Ma soprattutto l’ennesimo giudizio per il governo in carica, che perde ancora una volta. I socialisti di Hollande, quelli de “le changement c’est maintenant” e quelli che erano riusciti a cacciare Sarkozy nel 2012, si trovano così a dover raccogliere i pezzi per l’ennesima volta. Il primo duro colpo alle Europee 2014 con la Le Pen primo partito di Francia, poi quest’anno gli indici di gradimento ai minimi storici. Ora le dipartimentali, che confermano la grande débacle della sinistra francese. “Il disconoscimento nei confronti del potere”, ha continuato Sarkozy, “è senza appello. Mai un governo in carica aveva suscitato una tale sfiducia. Mai una politica aveva incarnato tanto la sconfitta a ogni livello. Dal governo agli esecutivi di dipartimento, menzogna, cecità e impotenza sono stati sanzionati”. Il primo ministro Manuel Valls ha riconosciuto la sconfitta della gauche: “La destra repubblicana ha vinto le elezioni dipartimentali, è incontestabile. La sinistra, troppo dispersa, troppo divisa al primo turno, è in netto regresso”.

Non ce la fa invece il Front National a conquistare il primo dipartimento della storia d Francia. Se solo una settimana fa Marine Le Pen festeggiava per aver ottenuto la metà dei ballottaggi in tutto il Paese, il conto ora è più difficile da digerire. Nonostante questo l’estrema destra ottiene un “piazzamento” in aree dove prima non era rappresentato. “L’obiettivo si avvicina”, ha detto Le Pen, “arrivare al potere. Disponiamo ormai di una moltitudine di eletti locali dappertutto in Francia, che aiuteranno nelle vittorie future”. Secondo la sua leader il Front National è a un livello elettorale “eccezionale”. Un risultato che è “la base delle vittorie di domani”.

La delusione è però dei militanti locali del Front National, soprattutto nei due bastioni nel sudest, la Vaucluse e il Gard, dove nel 2012 furono eletti i primi due deputati Fn della Quinta Repubblica, Marion Marechal Le Pen (nipote della leader) e Gilbert Collard. Nella Vaucluse, il dipartimento di Avignone, il Fn si ferma a 5 cantoni, contro i 9 necessari per conquistare la maggioranza in consiglio e la presidenza, mentre socialisti e coalizione di centrodestra ne conquistano 6 ciascuno. “Oggi, questi sistemi elettorali fabbricati contro di noi ci privano della maggioranza che avrebbe dovuto essere nostra, perché siamo di fatto il primo partito della Vaucluse”, ha commentato a caldo Marion Le Pen, non senza promettere poi di “non abbassare mai le braccia quando si tratta di difendere il nostro territorio e il nostro Paese”. La giovane deputata ha inoltre annunciato che il partito presenterà ricorso sui risultati di un cantone, l’Orange, in cui ha vinto un’altra formazione d’estrema destra, la Ligue du Sud. Resta in particolare in mano alla gauche la città di Nimes.

Sui 101 dipartimenti di Francia, 28 sono passati dalla sinistra alla destra: Ain, Aisne, Allier, Bouches-du-Rhône, Charente, Cher, Corrèze (noto come il feudo di François Hollande), Côtes-d’Armor, Creuse, Deux-Sèvres, Doubs, Drôme, Essonne (dipartimento dove è eletto il socialista Manuel Valls), Eure, Indre-et-Loire, Isère, Jura, Mayotte, Nord, Oise, Pyrénées-Atlantiques, Saône-et-Loire, Seine-Maritime, Seine-et-Marne, Somme, Territorio di Belfort. Uno solo è passato da destra a sinistra, la Lozère. In tutti gli altri le maggioranze escono confermate dalle urne. Il partito comunista francese riesce a non scomparire dalla carta politica dei dipartimenti francesi. Grazie all’alleanza con i socialisti, il Pcf mantiene la maggioranza nel dipartimento della Val-de-Marne, bastione storico nella banlieue di Parigi guidato dai comunisti fin dal 1946, con 14 cantoni su 25. Passa invece alla destra l’altro dipartimento con un presidente comunista uscente, l’Allier, nel centro della Francia.

 

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