Se dico che questo è un periodo storico in cui siamo circondati dal brutto, suppongo, nessuno avrà da ridire. Non credo sia neanche necessario dilungarmi in esempi, perché il brutto è tale e tende a piazzarsi sotto gli occhi incolpevoli di tutti, si tratti di brutture esetiche o di brutture etiche. Al brutto, mi hanno sempre insegnato, si può reagire in un solo modo, col bello.

Tu, Matteo Salvini, presidi i mezzi di informazione veicolando razzismo e populismo d’accatto a ogni sospiro? Io ti rispondo spammando in giro per i social foto e video di Erykah Badu, non certo per becero sessismo, ma proprio perché la bellezza non ha bisogno di essere spiegata, è lì, basta guardarla. Tutto questo per dire che oggi voglio parlarvi di una cosa bella, e lo voglio fare non per un particolare motivo, come dire, niente promozione o scoop, solo la voglia di condividere un incontro con voi, nella speranza che la stessa sorte capiti anche a voi, anzi, nella certezza che ciò accada.

L’idea di questo incontro è nato durante l’ultimo festival di Sanremo. Non credo anche stavolta di dire niente di nuovo se ripeto che a mio inopinabile parere la canzone migliore in gara è stata quella di Marco Masini, Che giorno è. Basta andare sul tubo o su iTunes e ascoltarsela per capire i motivi di questa mia opinione. Un brano molto masiniano, come colori, anche se con un’apertura decisamente all’ottimismo, sia nel testo che nella musica, un po’di sole dove un tempo c’era il buio. A scriverla una coppia di artisti che, confesso, negli anni passati ho amabilmente odiato, Federica Camba e Daniele Coro, coppia professionale come nella vita.

Proprio la bellezza di quel brano, e la curiosità di aver sposato il gusto di chi un tempo mal sopportavo (per una teoria tutta mia, confesso, che in qualche modo imputava a loro il successo di quei ragazzi, come se le canzoni fossero responsabili di una china che non mi piaceva), mi hanno spinto a chiedere ai due un incontro, andando a chiacchierare di musica, di progetti futuri, di esperienze passate a partire proprio dalla loro carriera di autori di successo ma con una particolare attenzione alla carriera cantautorale della Camba.

Faccio quindi un passo indietro, per raccontarvi di come i due abbiano firmato, sul volgere degli anni Zero, qualche decina di brani per i ragazzi di Amici. Non brani qualsiasi, badate bene, ma le principali hit di artisti come Alessandra Amoroso, Stupida, Immobile e Estranei a partire da ieri, per dire, è farina del loro sacco, Annalisa, Emma, Marco Carta e Valerio Scanu, ma con intermezzi anche per altri usciti dal talent senza premi, da Loredana Errore a Luca Napolitano, passando per Veridiana. Come dire, una macchina sforna hit. Caratteristica, questa, che in passato me li ha fatti un po’ stare antipatici, proprio per quella tremenda antipatia che provo verso quel mondo da sempre.

Mi è però capitato di studiare la scrittura della coppia e di apprezzarne le capacità melodiche, il mondo poetico, lo spirito pop e al tempo stesso cantautorale dei loro brani. Questo, lo confesso, mi è stato più facile laddove a cantare i brani fosse la stessa Federica Camba, dotata di una voce roca e sensuale come poche mi è capitato di sentire nel nostro panorama pop. Sì, quando a cantare le canzoni della coppia è la Camba tutta la bellezza dei brani salta all’orecchio inequivocabilmente. Al punto che, andando a sentirsi in rete i brani regalati agli altri cantanti reinterpretati da lei, dal vivo, se ne apprezzano sfumature altrimenti assenti. Ma la chiacchierata, direte voi?

La chiacchierata c’è stata e ha spaziato davvero su tanti argomenti. Si è parlato proprio di scrittura, non limitandoci, noi, al mondo della canzone, ma andando a toccare anche quello dei libri. Si è parlato di come le canzoni, materia su cui la coppia lavora quotidianamente, senza sosta, siano sempre scritte senza sapere, poi, se entreranno nel repertorio della Camba o in quello di qualche altro artista, e di come, proprio per evitare di scivolare in ripetizioni e cliché, i due si siano imposti di viaggiare molto, di vivere molto, per sfamare la propria voglia di storie, per andare a cercare ispirazioni e suggestioni. Si è parlato di come l’incontro con la De Filippi, che in qualche modo ha segnato per loro una svolta, sia stato casuale, con lei che ha ascoltato un vecchio brano di Federica, cantato in inglese, di come si sia palesata e di come, complice l’amore appena sbocciato tra Federica e Daniele, i due si siano ritrovati in una sorta di caleidoscopio, a sfornare brani su brani, quasi sempre pubblicati nel giro di poco tempo, senza filtri, pronti via.

Si è parlato di come ora, complice un repertorio di oltre duecento canzoni sfornato nel tempo, dalle prime fortunate per Laura Pausini a quest’ultima presentata a Sanremo da Masini, Federica possa gestire la propria carriera solista senza pressioni, lavorando alle proprie canzoni, quelle destinate al proprio album, con la calma e la passione di chi può uscire con un album solo quando ha davvero qualcosa di importante da dire. E l’ultimo album, Buonanotte ai sognatori, di un paio di anni fa, è in effetti una raccolta praticamente perfetta, ogni canzone al posto giusto, su tutto una scrittura di alta classe e una voce che lascia addosso cicatrici profonde, di quelle che lasciano il segno anche dopo l’abbronzatura. Provate a sentire L’amore o Nina per credere.

Una voce, mi ha detto Federica, che dopo l’interpretazione delle sue canzoni da parte di giovani artiste che si sono quasi sentite in dovere di andare a cantare usando il suo timbro, le ha imposto di cercare una nuova voce, credibile per sé e per i brani. Si è parlato di tante cose, insomma, e presto si tornerà parlare, e anche a sentire qualche canzone nuova.Ve l’ho raccontato, perché quando si incontra il bello non è mai bene tenerselo per sé: eccolo qui, anche davanti ai vostri occhi e ai vostri orecchi.

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