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Calabria, il caso ‘Perfidia’: come sopprimere la trasmissione che ‘non si adegua’

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La mia trasmissione di approfondimento politico, titolata Perfidia, e irradiata, fino a qualche giorno fa, dalla rete televisiva Lac, il cui bacino d’utenza insiste in Calabria, è stata soppressa ed eliminata dal palinsesto. La risoluzione anticipata del mio contratto ne è prova inconfutabile.

Le avvisaglie si erano già andate precisando, lo scorso ottobre, quando, in piena campagna elettorale per le Regionali, mi permisi, nel corso di una sulfurea puntata del mio programma, di rivolgere domande non propriamente comode al candidato alla Presidenza del centrosinistra Mario Oliverio, il quale, visibilmente contrariato, si congedò da me in malo modo. Il giorno dopo, l’editore decise di sospendermi con effetto immediato. Senonché, la bomba di indignazione deflagrata in internet, lo persuase a reintegrarmi.

Per tornare alla storia più recente, occorre ricordare che nel novembre scorso, Mario Oliverio è stato eletto Governatore, grazie ad un consenso diffuso.La mia trasmissione, anche in questa circostanza, ha espresso accenti fortemente critici, stante la natura trasversale ed eterogenea della maggioranza di governo, popolata da transfughi e voltagabbana, provenienti dalla precedente legislatura, targata Scopelliti.

La mia colpa è quella di aver evidenziato suddette contraddizioni. Insomma, ho più volte denunciato inciuci di potere e consociativismi. Inoltre, ho parlato di inchieste delicatissime, a carico di alcuni dirigenti del Pd, assurti a ruoli dirigenziali. La cosa deve aver terrorizzato l’editore, il quale guida un gruppo che spera di approvvigionarsi ai fondi pubblici per l’editoria, stante la gracile economia del territorio.

Perfidia, a causa del suo tratto sacrilego, si è rivelata non funzionale a questo disegno ed è stata cassata. Il Pd, o almeno, una parte di esso, ha gioito. La proprietà mi ha vietato, persino la puntata di congedo. Tutto ciò, in concomitanza con i fatti di Parigi e della retorica piagnona di molti ipocriti che, contestualmente, predispongono mannaie simboliche e censure per chi non si adegua. Le motivazioni addotte fanno riferimento a non meglio precisata spending review in nome della quale si elimina solo la mia produzione.

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