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Nicole Minetti condannata da Corte dei Conti: spese all’Ikea con soldi dei rimborsi

L'ex igienista dentale dovrà versare circa 13mila euro, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, per avere fatto passare come spese legate al suo mandato di consigliera regionale anche la festa di compleanno, acquisti di mobili o del libro Mignottocrazia
Nicole Minetti condannata da Corte dei Conti: spese all’Ikea con soldi dei rimborsi
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Un altro guaio giudiziario per Nicole Minetti, ex consigliera regionale della Lombardia, ex ospite fissa delle “cene eleganti” di Arcore e condannata a 3 anni nel giudizio d’appello Ruby bis. La Corte dei conti della Lombardia l’ha condannata a versare circa 13mila euro, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, per avere fatto passare spesa legate al suo mandato la festa di compleanno, acquisti all’Ikea o del libro Mignottocrazia. Condannato anche l’allora capogruppo del Pdl Paolo Valentini Puccitelli per aver avallato le note senza verificarle, che dovrà pagare 6.513 euro.

L’ex igienista dentale fu eletta al Pirellone nel 2010 nel listino bloccato di Formigoni ed è uno dei 64 consiglieri lombardi di maggioranza e opposizione accusati di peculato nell’inchiesta sui rimborsi spese per milioni di euro per i quali il 2 febbraio comincerà l’udienza preliminare del gup Fabrizio D’Arcangelo dopo la richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Milano.

Dall’inchiesta penale il procuratore regionale della Corte dei Conti Antonio Caruso e il sostituto Alessandro Napoli hanno aperto una serie di procedimenti contabili che via via arrivano alla sentenza. Le spese, secondo i giudici contabili, “devono rispondere a criteri di decoro, sobrietà ed economicità” e non lo fanno gli 832,80 euro spesi dalla signora  all’Hotel Principe di Savoia di Milano l’11 marzo 2011, giorno del suo ventiseiesimo compleanno, oppure i 129,41 pagati a maggio 2010 all’Ikea e Leroy Merlin per comprare alcuni oggetti e i 16 per il libro di Paolo Guzzanti. Ci sono poi le spese per taxi, bar e ristorante per una sola persona che, come tali, non vengono considerate di “rappresentanza”. I magistrati, però, sottolineano anche quella delle spese pazze in Regione Lombardia era “una prassi preesistente e risalente” a prima della sua elezione al Pirellone.

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