La disoccupazione negli Stati Uniti scesa al 5,6% a dicembre dal 5,8% di novembre: si tratta del tasso più basso dal giugno del 2008. L’economia a stelle e strisce ha creato, escludendo il settore agricolo, 252mila nuovi posti contro i 240mila attesi dagli analisti, che vedevano il tasso al 5,7%. Con il dato di dicembre, sale a undici il numero di mesi consecutivi che hanno visto una crescita di almeno 200mila posti. E’ la serie positiva più lunga dal 1994, mentre l’aumento complessivo dei nuovi impieghi è stato, nel 2014, il maggiore dal 1999. Un andamento che ha tagliato nel corso dell’anno il tasso di disoccupazione di 1,1 punti percentuali.

A livello di macrosettori, i nuovi posti nel privato sono stati 248mila, con le costruzioni che fanno segnare il miglior risultato da gennaio (+48mila). La manifattura ha registrato +17 mila posti. Il governo Usa ha invece a libro paga 12mila lavoratori in più. Notizie meno buone, però, sul fronte dei salari: quelli orari sono calati in dicembre dello 0,2%. E secondo gli analisti la crescita dell’1,7% del 2014 non è sufficiente a sostenere l’espansione economica, soprattutto dal punto di vista della Fed vorrebbe un tasso di crescita maggiore per aumentare i tassi.

Jason Furman, il presidente dei consiglieri economici della Casa Bianca, ha commentato dicendo che il mercato del lavoro degli Stati Uniti si dimostra “solido” uscendo da “un anno di rafforzamento” che ha sancito “la crescita dell’occupazione totale più robusta dal 1999, mentre il tasso di disoccupazione è calato al ritmo più veloce in tre decenni”. Anche se i salari nominali sono diminuiti nel mese di dicembre – prosegue Furman – “quelli al netto dell’inflazione sono risultati generalmente in aumento, e la crescita di posti di lavoro si è avuta in settori che tradizionalmente riguardano la classe media“.

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