E’ in ospedale perché l’ex compagno, nella notte tra il 30 e il 31 dicembre, l’ha accoltellata al braccio tagliandole il tendine e un’arteria. Ma davanti alla sua stanza al Niguarda non c’è nessuno di guardia. Nonostante l’uomo, un 45enne con cui aveva avuto una relazione durata quattro anni, sia ancora in libertà e ricercato dalla polizia. “Non ho sete di vendetta, penso che abbia bisogno di essere curato”, spiega a ilfattoquotidiano.it Valentina B., 43 anni, che è stata aggredita nel suo appartamento di via Paolo Sarpi, a Milano, mentre era presente anche la figlia quattordicenne nata da un precedente matrimonio. “Ma domenica sarò dimessa, con una prognosi di almeno 30 giorni di convalescenza, e sono spaventata e preoccupata. Appena esco formalizzerò la denuncia nei suoi confronti”.

Quindi, a dispetto dei proclami – e delle nuove leggi – contro la violenza sulle donne e delle polemiche che scattano puntuali ogni volta che una vittima di stalking, pur avendo denunciato, continua a essere perseguitata fino, nell’eventualità peggiore, ad essere uccisa, in questo caso una persona già aggredita in casa sua viene lasciata senza protezione.

Con il suo ex Valentina aveva mantenuto rapporti amichevoli anche dopo la fine della relazione, che lui però non accettava. La sera di martedì 30 dicembre l’uomo era andato da lei, che vive con la figlia, per vedere insieme la partita. “Fuori era molto freddo e gli ho proposto di restare a dormire sul divano”, racconta. “Durante la notte però si è alzato e ha avuto un raptus, mi ha colpita con un coltello. Poi ha chiamato il 118 ed è scappato”. Da quella notte la donna è in ospedale. Ma le forze dell’ordine non hanno disposto alcun piantonamento.

 

 

 

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