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Mafia Capitale e non solo: perché non abbiamo il coraggio di reagire?

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Noi italiani non siamo più capaci di pensare in modo creativo, il mondo è arrivato a un punto di arresto, siamo completamente ammattiti ma continuiamo ad andare avanti zoppicando facendo finta che tutto vada bene.

Come se nulla fosse accaduto sotto i nostri occhi. Tutto quello che desideriamo è andare avanti, andare al lavoro, giù dal droghiere, in ferie d’estate. Siamo informati di atrocità continue che dentro in fondo ci scuotono, ma ci siamo abituati perché crediamo che riguardi solo qualcun altro. E’ sempre qualcun altro a cui esplodono le gambe in un attentato, non sei mai tu ad essere coinvolto nel giro di Mafia Capitale.

Da bambini ci raccontano storie fantastiche, meravigliose favole e non ci poniamo mai la questione se siano reali o immaginarie. Semplicemente ci crediamo. Siamo abituati a questo tipo di bugie. Pensiamo per tutta la vita che in fondo noi siamo esseri un po’ speciali. Andiamo avanti credendo che i nostri figli cresceranno forti e sinceri, che i nostri mariti ci saranno fedeli per il resto della vita bla bla bla.

Non abbiamo il coraggio di reagire, di raccontarci che la vita ha molte sfumature. Sentiamo il forte desiderio di regole omologate per sentirci al sicuro, perché la diversità ci fa sentire soli. Pensiamo di essere liberi, in realtà viviamo la vita degli altri. Il potere ci ha raggruppati in un angolino, imprigionati, legati l’uno con l’altro dagli stessi pensierini vuoti, come dei modi di dire o dei luoghi comuni. La parola rischiare è troppo illuminante per noi. Purtroppo siamo arrivati ad un punto di arresto. L’Italia è al fallimento e noi non siamo in grado di capire nulla. Non siamo in grado di prendere posizioni. Non siamo in grado di fare qualcosa per difenderci, per tutelarci. Perché?

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